Una delle nuotatrici più forti di tutti i tempi – Roma 1960

    olimpiadi nuoto 1960 romaI Giochi di Roma del 1960 furono la “Sturm und Drang” del nuoto. Nel ’58 in Australia, la nuova mecca del nuoto, era scoppiata la “bomba” Konrads. Sono nati in Lettonia e sono venuti in Australia dopo la guerra; lei, Ilse, ha tredici anni e lui, John, ne ha quindici: due ragazzini.
    Nel ’54 il giovane allenatore Don Talbot ha scorto John sbuffare e sbattere in acqua nella piscina di Sidney.
    “Attraversava l’acqua molto bene. Gli chiesi se voleva essere allenato, ed egli prese al volo l’occasione”. La sorellina gli tien dietro.
    Nel giro di due mesi (gennaio-febbraio 1959) i due ragazzini battono primati mondiali uno dopo l’altro, come si mangiano le ciliege.
    L’eco delle loro imprese, ingigantita dalla giovinezza, eccezionale anche per il nuoto, che è sport di giovanissimi, si diffonde nel mondo e lascia increduli gli esperti.
    In quaranta giorni John ha migliorato otto primati del mondo, dai 200 al 1650; al di fuori dei 100 metri (anch’essi australiani), tutto quello che è stato fatto prima non esiste più!
    (Che non fosse un fuoco di paglia lo dimostra questa tabella dei record alla fine del 1961:
    Stile libero
    100m Dos Santos (Brasile) 53″6
    110y Devitt (Australia) 55″1
    200m Yamanaka (Giappone) 2’00″4
    220y Konrads (Australia) 2’01″6
    400m Konrads (Australia) 4’15″9
    440y Konrads (Australia) 4’15″9
    800m Konrads (Australia) 8’59″6
    880y Konrads (Australia) 8’59″6
    1500m Konrads (Australia) 17’11″0
    1650y Konrads (Australia) 17’11″0

    john konrads olimpiadi nuoto 1960

    Alle Olimpiadi di Roma i premiati dei 1500m (da sinistra) Murray Rose, John Konrads e George Breen.

    I due si presentano alle Olimpiadi di Roma con un sacco pieno fino all’orlo di record, quale né Arne Borg, né Johnny Weissmuller mai avevano potuto immaginare: John, che ha diciotto anni, ne assomma 31 (compresi quelli di passaggio, ovviamente , in otto diverse specialità); Ilse, sedici anni, ne carica invece 12 in cinque specialità (per questo i risultati di Roma furono una piccola delusione: il fratello vinse una medaglia d’oro nei 1500 stile libero e due di bronzo, mentre la sorella si accontentò di un quarto posto nei 400 stile libero e di una medaglia d’argento collettiva per la staffetta 4×100 stile libero…. (che abbia giocato troppo la tensione olimpica?).

     

    Ilse konrads dawn fraser olimpiadi nuoto

    L’Australia si presenta quindi alle Olimpiadi di Roma come la grandissima favorita, con i Konrads, con Murray Rose, il “vecchio” ventiduenne, che ha vinto a Melbourne 3 medaglie d’oro, con Devitt, primatista dei 100m stile libero, con Dawn Fraser, destinata ad essere incoronata “la più grande nuotatrice di tutti i tempi“; i cugini yankees presentano ancora il patetico Breen, fortissimo e generoso con i nomi nuovi, che sempre ogni anno i colleges sfornano dalle loro piscine; i giapponesi scendono in acqua con il loro strepitoso Yamanaka, il rivale di Rose a Melbourne, di Konrads nell’inseguimento dei primati.

    I giornalisti, che hanno coniato l’aggettivo “marziani” per i campioni dell’atletica americana, parlano qui di nuoto “siderale”, di gare da fantascienza.

    Americani, giapponesi, australiani dimostreranno che in acqua si può correre veloci come sulla terra. Esagerazioni, d’accordo, ma giustificate dagli enormi, rapidi, insospettabili progressi compiuti.

    La prima finale fu quella dei 100m stile libero, venerdì 26 Agosto, poco dopo le 21.
    Gian Paolo Ormezzano, al termine, invia queste note al suo giornale:

    “…mai si era vista tanta gente intorno ad una piscina come in questa sera che ancora trattiene l’afa del pomeriggio, una sera magica, lo stadio del Nuoto chiuso tra due muri di folla, 20000 uomini accatastati come un tempo si accatastavano i barbari di Tamerlano affinché il re potesse,salendo sulla collina formata dai loro corpi, vedere lontano.
    Falene kamikaze si suicidano contro le lampade che gettano sulla vasca la luce del giorno. Forse hanno ragione i giapponesi, che hanno fatto delle piscine un luogo di preghiera. Qui si pratica il culto, pagano naturalmente, il culto dell’uomo nuovo che sta facendo dell’acqua il suo elemento, nè più nè meno che la terra. E adesso silenzio religiosissimo. Arrivano i nuotatori dell’altro mondo, quelli che disputano la finale dei 100 Crawl.
    Ecco Larson, gran gigione, dianco di capelli come Yul Brinner, Larson che si aggiusta centomila volte i lacci dello slip. Ecco Devitt truce come Boris Karloff e vasto e severo come Lon Chaney. Ecco Hunter, teologale, sottile e occhialuto. Ecco Dos Santos, proletario brasiliano dall’aria mite. Ecco Dobay, magiaro, dai tratti del nobile batavo. E Lindberg, svedese, è uno scheletro, la sua pelle bianca è trasparente e lascia quasi vedere le ossa. …Beh adesso sono in acqua, vediamo che succede.
    Chi è quel folle in sesta corsia che sta davanti a tutti? E’ Dos Santos, che in acqua è zoppo, va avanti di sbieco, magnificamente folle, come i settimini delle nostre colline. Ai 25 metri lo sopravanza il sudafricano Burer. Ma questa è la vacanza dei poveri. Ora è finita per Burer, ed ai 50m anche per Dos Santos, chè Larson e Devitt hanno preso. Virano in quattro assieme, perchè anche Hunter è lì, in un palmo c’è tutto il più gran nuoto del mondo.
    Devitt massacra l’acqua; se gli applicassimo il dinamometro scopriremmo che sprigiona una forza infinita, e una forza sciupa, almeno in parte. Larson, a bracciate potenti, sacerdotali, gli è sempre a fianco. Ai 60m Hunter è staccato di 50cm. Ma il povero Dos Santos, con l’arroganza di un peone in rivolta, si rifà sotto, infischiandosene della grandezza di Larson e Devitt…. Ultimi 20 metri: Dos Santos si arrotola intorno al proprio asse, agonizza. Larson ha la solennità di un re; Devitt adesso è un povero cristo, braccia sbattute con simpatica frenesia. Sono assieme a 10 m dal traguardo, a 5, a 1: ora vincerà chi avrà più fortuna nell’imbroccare il contatto con il bordo. Pacioso come un romano sazio, Larson butta la mano sul bordo, mentre Devitt invece si scarnifica, nel colpire con rabbia il mosaico. Chi ha vinto? In acqua i due si abbracciano. Poi Larson alza le braccia con un pugno vittorioso. Chissà che gli hanno detto i giudici, chissà.
    Devitt esce dall’acqua, passa sotto di noi: -Hai vinto John?- No, -ruggisce e va a piangere di nascosto. Ma un minuto dopo l’altoparlante dice:”Primo Devitt” e altro non si sente per l’applauso. Devitt esce urlando da un’antro della piscina. E’ impazzito di felicità. Larson si piega in due, spaccato dal dolore. Larson può ancora vincere un’olimpiade. Per Devitt questa era l’ultima occasione. Siamo felici per Devitt, il più bell’antipatico, righioso, riottoso e grande nuotatore del mondo.” I due non si incontreranno più, neppure nelle staffette.

    Nella 4X200 stile libero al posto di Larson c’è Jeffrey Farrel, l’uomo che per ottenere l’invio alle olimpiadi aveva lasciato dopo sei giorni di degenza l’ospedale

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    (era stato operato d’urgenza d’appendicite) e dopo poche ore era sceso in acqua e aveva fatto segnare sui 100 il tempo di 55″6, che non solo era il miglior tempo della giornata, ma uno dei migliori risultati nella storia del nuoto. Anche nella staffetta mista (quattro stili) gli USA allineano lui nello stile libero e Farrel, bruciando le sue due vasche in 54″9, porta il quartetto al record del mondo, come già nella staffetta precedente (tutti i record olimpici furono battuti a Roma e tre del mondo, dagli uomini; ancora meglio fecero le donne: tutti i record olimpici e quattro del mondo). Da notare che Farrel fu l’unico nuotatore a partecipare a entrambe le staffette, che furono disputate nella stessa sera, una alle 20.30 e l’altra alle 21.50.

    john konrads nuoto virata

    John Konrads fotografato durante una virata

    Cinque giorni dopo la gara dei 100 stile libero furono disputati i 400 stile libero: la corsa dei Rose, degli Yamanaka, dei Konrads. Chi sperava in Rose lo faceva unicamente per motivi sentimentali, una sorta di augurio di preventivo risarcimento.

    • Ai primi 100 metri è in testa l’altro americano Somers, che già in batteria ha segnato il miglior tempo e superato il primato olimpico; secondo è Yamanaka, terzo Konrads, quarto il giapponese Fukui e soltanto quinto Rose.
    • Altri 100m: Somers va decisamente troppo veloce, o è un mostro o soffoca. Solo Konrads fa meglio e gli si avvicina, ma intanto Rose fa la sua corsa su Yamanaka e gli è solo a un decimo.
    • Terzi 100m: Somers soffoca e di botto perde quasi 2 secondi su Konrads e su Yamanaka. L’australiano ha imiegato 1’17″3; Yamanaka li ha corsi in un decimo in meno. E Rose? Ecco la grandezza atletica: 1’5″. Un secondo e più per vasca. E’ già primo. E aumenterà il suo distacco negli ultimi due giri.
    • Tutti applaudono, tutti sono felici, tutti convinti. Konrads si prenderà la rivincita nei 1500 sul più anziano connazionale e qui il terzo incomodo sarà ancora George Breen (Yamanaka quarto). E avremo di nuovo la testarda, generosa, partenza di Breen, in testa fino ai 1000 e superato dagli implacabili Konrads e Rose, sempre potenti e fluidi con le loro 38-39 bracciate per vasca (Breen, furibondo, nuota a 45, ritmo di strapotenza rabbiosa)…

    Stati Uniti e Australia la fanno ancora una volta da leoni: quattro titoli ciascuno. Il Giappone deve accontentarsi di tre medaglie d’argento; agli altri restano… due medaglie di bronzo.

    La musica è diversa in campo femminile dove, pur dominando le campionesse australiane e statunitensi, la presenza dell’Europa ebbe, fin da Londra 1948 un peso rilevante.
    Danesi, inglesi, ungheresi tedesche strapparono complessivamente, dal 1948 al 1960, 10 medaglie d’oro (delle altre 13 assegnate 1 toccò al Sudafrica, 4 all’Australia e 8 agli Stati Uniti). L’Australia dovette accontentarsi, dopo la grande abbuffata di Melbourne, di un magro pasto composto da un’unica medaglia d’oro, mentre gli Stati Uniti ne vinsero 5, tra cui le due staffette (la 4×100 stile libero e la 4×100 mista). Sugli scudi la sedicenne Chris von Saltza, che ogni volta che scese in acqua, sola o nel quartetto delle staffette, segnò i nuovi limiti mondiali.

    Ma la nuotatrice più forte e completa, quella su cui si appuntarono gli sguardi dei tecnici è DAWN FRASER, che si ripete sui 100 m stile libero.
    La chiamano Old Girl, “vecchia ragazza”: a diciannove anni, a Melbourne, era già la più vecchia della squadra australiana. Si è fatta più grossa, anche un pochino sgraziata, con quel gran torace che racchiude polmoni da 30 inspirazioni per 100 metri; le auscultano il cuore e i battiti al minuto non superano le 42-44 pulsazioni.

    C’è già chi incomincia a dire: anche le donne una volta o l’altra scenderanno sotto il minuto… E non ci vorrà molto infatti (nell’Ottobre 1962 è proprio DAWN FRASER a aggiudicarsi il titolo di prima a riuscirci). Per adesso , comunque, in finale, spronata dalla von Saltza, si eguaglia nel suo primato del mondo, che è ancora di 1″2 superiore alla misura fatidica. Scriverà poi un libro di ricordi. Su Roma ci affida queste indiscrezioni:

    “A Roma, durante le olimpiadi, le ragazze australiane erano state invitate dai dirigenti delle varie squadre nazionali a non indossare pantaloncini corti durante le loro visite alla città. I dirigenti australiani ci avevano detto chiaramente che non dovevamo gettare fuoco su un terreno infiammabile come quello romano. Ma l’invito non servì a nulla. Come le ragazze di altre nazioni, anche quelle australiane indossarono spesso pantaloncini corti al villaggio e fuori. Naturalmente non mancarono i pizzicotti. In effetti, a nessuno come ai romani piace guardare le ragazze. Ricordo che ogni sera i quartieri delle ragazze al villaggio venivano assediati. Decine di giovanotti muniti di cannocchiale spingevano i loro sguardi fin dentro le nostre camere. Se riuscivano a vedere qualcosa appludivano e fischiavano come se si fossero trovati a teatro. Alcune ragazze australiane stavano al gioco e prima di abbassare le tende si divertivano a fare un pò di spogliarello.”

    Forse non è molto noto che nel 1964 a Tokyo la Fraser si beccherà, grazie al suo caratterino esuberante (ma come non amarla anche per questo?) ben 10 anni di squalifica dai giochi.
    Il motivo era che si era arrampicata su un asta e aveva rubato la bandiera del Giappone che ospitava i giochi in quell’anno (1964); i giapponesi non la mandarono giù (in effetti l’aveva fatta grossa…); in precedenza si era attirata anche l’ira dello sponsor perchè aveva indossato un vecchio costume che lei trovava comodo ma che non era quello dello sponsor…

    medaglia roma olimpiadi nuotoIl Medagliere

    UOMINI

    100 metri stile libero

    1-Devitt AUS 0:55.2
    2-Larson USA 0:55.2
    3-Dos Santos BRA 0:55.4

    400 metri stile libero

    1-Rose AUS 4:18.3
    2-Yamanaka GIA 4:21.4
    3-Konrads AUS 4:21.8

    1500 metri stile libero

    1-Konrads AUS 17:19.6
    2-Rose AUS 17:21.7
    3-Breen USA 17:30.6

    200 metri RANA

    1-Mulliken USA 2:37.4
    2-Ohsaki GIA 2:38.0
    3-Mensonides PBA 2:39.7

    100 metri DORSO

    1-Theile AUS 1:01.9
    2-McKinney USA 1:02.1
    3-Bennet USA 1:02.3

    200 metri FARFALLA

    1-Troy USA 2:12.8
    2-Hayes AUS 2:14.6
    3-Gillanders USA 2:15.3

    4×200 metri stile libero

    1-Stati Uniti 08:10.2
    2-Giappone 08:13.2
    3-Australia 08:13.8

    DONNE

    100 metri stile libero

    1-Fraser AUS 1:01.2
    2-Von Saltza USA 1:02.8
    3-Steward GRB 1:03.1

    400 metri stile libero

    1-Von SaltzaUSA 4:50.6
    2-Cederquist SVE 4:53.9
    3-Lagerberg PBA 4:56.9

    4×100 metri stile libero

    1-Stati UNiti 4’08″9
    2-Australia 4’11″3
    3-Germania 4’19″7

    200 metri RANA

    1-Lonbrough GRB 2:49.5
    2-Urselmann GER 2:50.0
    3-Goebel GER 2:53.6

    100 metri FARFALLA

    1-Schuler USA 1:09.5
    2-Heemskerk PBA 1:10.4
    3-Andrew AUS 1:12.2

    100 metri DORSO

    1-Burke USA 1:09.3
    2-Steward GRB 1:10.8
    3-Tanaka GIA 1:11.4

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