Continua la Polemica sulle Proteste alle Olimpiadi 2021

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    Foto: Wikipedia

    Continua la Polemica sulle Proteste alle Olimpiadi 2021

    infuria la polemica ormai a livello mondiale, come è giusto che sia trattandosi di un evento quale sono le Olimpiadi. Dopo che il nuotatore americano Antony Ervin si era espresso in maniera molto chiara, adesso è il turno di un atleta inglese. Il velocista Adam Gemili.

    Adam Gemili dice che si assumerà le sue responsabilità se dovesse far sentire la propria voce, sottoforma di protesta, durante i prossimi Giochi Olimpici di Tokyo. Il CIO (comitato olimpico internaizonale) insiste sul fatto di voler applicare in maniera molto rigida la Regola 50 della Carta Olimpica. Quest’ultima è un divieto a qualsiasi protesta o dimostrazione nel contesto dei Giochi Olimpici.

    Questo malgrado le pressioni per ammorbidire questa regola dopo che l’anno scorso, a seguito dell’uccisione di George Floyd, si è diffusa grandemente l’ondata di movimenti che protestano contro il razzismo. Gemili ha definito insensibile la stretta sulle proteste della Regola 50 insistendo sul fatto che gli atleti protesteranno comunque nonostante la poca chiarezza sulle sanzioni che potrebbero venir comminate loro.

    L’intervista di Gemili a Eurosport

    “Credo che [il CIO] abbia preso una decisione insensibile e poco empatica nei confronti di quello che sta succedendo nel mondo” ha dichiarato Gemili in un’intervista rilasciata a Eurosport.

    Il CIO sostiene che la decisione è stata presa dopo un sondaggio tra 3547 atleti di 185 paesi diversi. Il risultato avrebbe stabilito che il 67% sarebbero stati d’accordo nel vietare le manifestazioni di protesta sul podio. Gemili fa giustamente notare l’insensatezza di tale procedimento decisionale, visto che spesso le proteste sono messe in atto proprio da minoranze e quindi un divieto da parte della maggioranza quale senso può avere? Inoltre il restante 30% è un numero di atleti comunque importante. Aggiunge infine che il divieto va contro i Valori Olimpici e sportivi.

    “[Il risultato del sondaggio] dimostra che il 30% degli atleti sono favorevoli alle proteste. Avere quel tipo di libertà di parola è il senso di una manifestazione come le Olimpiadi. I Giochi forniscono l’opportunità di shierarsi a favore di un cambiamento positivo mentre tutto il mondo ti guarda. E [il CIO] dice che non puoi fare e dire niente!”

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    Eppure i calciatori lo fanno!

    Il Comitato Olimpico Internazionale ha dichiarato che gli atleti verranno sanzionati se infrangeranno la Regola 50, MA non è stata specificata alcuna entità della sanzione.

    Riflette Gemili: “Saranno multe? Annulleranno la medaglia? Non si capisce, non è chiaro. Ed è indecente”, una vera politica del terrore, in effetti.

    Gemili fa notare che le Olimpiadi sono come il campionato mondiale di calcio: uniscono il mondo e ne catturano l’attenzione. Ma al contrario dei loro colleghi calciatori, gli atleti di altri sport non hanno la possibilità di fare sentire la propria voce ogni settimana. Questo rende la decisione del CIO ancora più frustrante!

    “Perché anche noi, [che ci siamo guadagnati il podio, ci siamo guadagnati quel momento] non dovremmo avere la possibilità di far sentire le nostre voci come fanno atleti di sport più popolari?”

    Non è una questione politica ma umanitaria!

    “Noi protestiamo in quanto minoranza e il fatto che il CIO stia provando a limitare quelle proteste va contro i principi che le Olimpiadi dicono di promuovere. So che lo sport deve essere separato della politica

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    . Ma qui è in gioco più che una questione politica. Questa è una faccenda di diritti umani e di decenza. È veramente frustrante sapere che se e quando verrà il momento del podio non mi sarà permesso avere voce, fare qualcosa”.

    Il velocista ventisettenne ha aggiunto che, nonostante le potenziali sanzioni, si aspetta che gli atleti si facciano sentire. E sottolinea il potere del protestare contro qualcosa restando uniti portando ad esempio la recente vicenda della Superlega: “La velocità con la quale la Superlega è stata annullata è stata impressionante. Perché una cosa simile non viene applicata a questioni reali di razzismo e problemi simili? La questione Superlega era una questione di soldi, qui è in ballo l’uguaglianza dei diritti umani. È una cosa che mi confonde. Spero che gli atleti usino comunque il podio per parlare a favore di cause umanitarie. E che il CIO ne prenda atto”.

    Tanto lo faremo lo stesso

    Indipendentemente che il CIO torni o no sui suoi passi, Gemili pensa che gli atleti utilizzeranno comunque il loro momento di gloria per fare dichiarazioni importanti. Avendo un’unica occasione ogni 4 anni e con gli occhi del mondo puntati sul podio, dubito che se un atleta ne avrà l’occasione si tratterrà per paura di una sanzione.

    E Gemili, se dovesse andare sul podio cosa farà? Farò ASSOLUTAMENTE qualcosa. “Se questo vorrà dire inginocchiarmi contro il razzismo, lo farò. Io non supporto il razzismo. Anche perché se tutti gli atleti prenderanno posizione cosa farà il CIO? Sanzionerà tutti? No. Noi atleti abbiamo il potere in quel contesto. Se siamo uniti allora iL CIO non potrà far altro che accettare la cosa”.

    Come si è già visto con l’NFL le proteste possono diffondere al meglio il messaggio antirazzista e di uguaglianza. E agli atleti non dovrebbe essere chiesto di fare una scelta tra quello che è giusto e la loro carriera sportiva, sottolinea giustamente Gemili.  “Kaepernick ha messo a rischio e perso la sua carriera ma il movimento che ha scatenato è qualcosa di fenomenale. Penso che lui abbia fatto la cosa giusta. La cosa sbagliata è arrivare al punto in cui un atleta deve sacrificare la propria carriera prima anche di cominciare”.

    “Le Olimpiadi rappresentano tutte le nazioni. È un palcoscenico così grande per diffondere messaggi positivi di uguaglianza (che poi è il messaggio dello sport e delle Olimpiadi stesse, ndr) e, in questo momento, viene impedito. Per me questo non ha alcun senso”. [Dopo un momento di sostegno iniziale] per il movimento Black Lives Matter, sembrava che le grandi corporation, in tutto il mondo, stessero facendo il giusto “casino”. Ma quando è venuto il momento di tradurre quel sentire in pratica allora si siano fermate”.

    Intanto l’Associazione Britannica Olimpiadi (British Olympic Association) supprterà i suoi atleti in ogni caso

    E intanto, cosa che ci sembra encomiabile, la British Olympic Association dichiara che sosterrà i suoi atleti se questi decideranno di protestare. Mi sembra una fantastica presa di posizione che speriamo venga immitata dal maggior numero possibile di nazioni.

    Non dire niente è come schierarsi dalla parte opposta. Per questo atleti come Ervin e Gemili e molti altri sceglieranno di far sentire la loro voce. Sanzioni o non sanzioni.

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