Gary Hall Sr.: cos’è che fa volare Phelps?

Molti atleti che nuotano Farfalla non sono poi così belli da guardare, specialmente verso la fine della gara. Non è una coincidenza che alcuni dei più grandi delfinisti di tutti i tempi avessero anche uno stile elegante. Mark Spitz aveva una delle nuotate a Farfalla più belle di tutti i tempi e stabilì uno standard che resistette per anni. Pablo Morales, Mary T. Meagher, Mel Stewart e molti altri, incluso Michael Phelps, non erano solo i più veloci della loro epoca ma facevano sembrare facile nuotare a Farfalla.

Una delle ragioni più sottovalutate del loro successo non è quello che facevano sotto la superficie dell’acqua, ma durante il recupero. Il recupero è il momento nel quale le mani lasciano l’acqua e si preparano per il nuovo ingresso. In questi decimi di secondo, che sono la parte più visibile allo spettatore di tutta la gara, l’abilità del nuotatore di rilassare completamente le braccia ha un grande impatto su quanto a lungo lo stesso nuotatore può sopportare il tenace sforzo necessario per l’esecuzione della bracciata a Farfalla. Durante i suoi cento metri Farfalla del record mondiale, Phelps non ha mai dato l’idea di essere stanco o affrettato durante il recupero. Invece di lanciare le braccia sopra l’acqua le porta avanti quasi delicatamente, nel modo più rilassato possibile. Quei decimi di secondo vengono spesi nel rilassamento più completo, il che è indubbiamente una delle ragioni per cui è in grado di finire la seconda parte delle proprie gare in maniera implacabile!

Sotto la superficie dell’acqua invece, vedreste esattamente l’opposto. Le mani entrano ad altezza spalle con una presa immediata in posizione a gomito alto. Da qui accelera la mano e l’avambraccio durante la trazione il più velocemente possibile per generare spinta. Quindi, ripiomba nel recupero rilassato non appena la punta delle sue dita scivola sulla superficie dell’acqua

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Certo, sarebbe negligenza da parte mia non ricordarvi che dietro ogni grande delfinista ci sta un gran paio di gambe! Tutti i migliori delfinisti utilizzano le gambe in entrambe le direzioni, spingendo sia in alto/basso che basso/alto, il che è essenziale per generare propulsione durante il ciclo della bracciata. Delle gambe forti aiutano ad evitare l’elevazione delle spalle e l’aumento di attrito che ad essa si associa. Quando le gambe collassano e bruciano, l’aumento di attrito condanna il nuotatore ad una sgradevole fine della gara.

Michael utilizza qualche altra accortezza tecnica, tipo avvicinare il mento al petto al momento dell’entrata in acqua delle mani per ridurre l’attrito e respirare ad ogni bracciata (eccetto la partenza e le virate) per mantenere i livelli di lattato al minimo. Con le sue potenti gambe la sua velocità durante la Farfalla è maggiore che durante lo Stile Libero. Si potrebbe quasi dire che durante il recupero Michael è più vicino a planare sull’acqua di quanto lo sia stato qualsiasi altro nuotatore nella storia del nuoto.

Quindi, se volete essere più vicini a Phelps, cominciate a allenare la battuta di gambe e quando è il momento di azionare le braccia ricordate di rilassarle durante il recupero, entrate con il gomito alto e spinget il più velocemente possibile quando siete sotto. Ah e non scordate di respirare.. un sacco!

Vostro, in vasca,

Gary Sr.

 

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