Introduzione:
La piscina per molti bambini risulta nuova ai loro occhi e ostile, perciò è necessario renderla un luogo piacevole dove trascorrere del tempo e dove crescere.
Un istruttore deve innanzitutto conoscere gli allievi e le loro paure, poiché lecite e normali, e nello stesso tempo intervenire positivamente per attenuarle. Questo sarà possibile attuando diversi tipi di approcci e rispettando i tempi, personalizzati ai singoli casi.
E’ opportuno tenere presente l’importanza che riveste l’ oggetto transitorio, per i bambini della prima infanzia, poiché è il mezzo per attivare un atteggiamento più aperto nei confronti dell’acqua e esorcizzare la loro fragilità attuale. Successivamente sarà necessario conquistare la fiducia del bambino,con l’ausilio di un tono di voce confortante e mettendoci a sua totale disponibilità. Si potrà così consentire un adeguamento non forzato al nuovo ambiente.
Riveste notevole importanza il contatto diretto, tonico con i bambini, non solo quando si trovano spaesati e impauriti, ma in tutte le situazioni, in modo tale da instaurare un contatto umano e ‘’materno’’ con loro. Infatti la figura dell’istruttore dovrà nello stesso tempo essere un amico di giochi e un adulto, pronto e capace ad affrontare i problemi che si possono incontrare, con estrema serietà e consapevolezza dei mezzi da utilizzare ed il fine da raggiungere, senza mai perdere di vista che i bambini sono sempre la priorità, quindi vengono prima di ogni soddisfazione personale.
È necessario essere acuti nell’inquadrare la personalità di ogni componete, in modo tale da poter attuare il più adeguato approccio, per riuscire a entrare in sintonia con esso usando linguaggio semplice e chiaro; saper interpretare i messaggi che i bambini ci vogliono trasmettere poiché sono più razionali di come si possa pensare. E’ importante non incappare nell’errore di sottovalutare o sopravalutare i vari interessati, poiché molti dei presenti stanno affrontando la loro prima esperienza in piscina, che può spaventarli o addirittura, essendo inconsapevoli del pericolo, spingerli a azioni istintive che possono mettere a repentaglio la loro incolumità. Quindi è opportuno conoscere queste dinamiche ed intervenire prima che qualsiasi cosa di incontrollato possa accadere.
L’accoglienza non solo dovrà essere adeguata alla tipologia delle persone che abbiamo davanti, ma anche alla tipologia di piscina che abbiamo a disposizione.
Per concetto di sintesi intendiamo la fase che si raggiunge dopo il superamento di altri punti precedenti come la familiarizzazione con l’acqua, la fase di galleggiamento, la respirazione e rilassamento, scoperta della profondità e delle prime forme di scivolamento o propulsività.
In questa fase, il bambino, assemblerà tutti gli input appresi. L’obiettivo della sintesi è creare un “abbozzo di stile”, lasciando che IL BAMBINO DIVENTI ARTEFICE DELLE PROPRIE AZIONI E MOVIMENTI. L’allievo sarà in grado di effettuare dopo uno scivolamento prono, una prima propulsione, dovuta alla azione delle braccia o delle gambe oppure di entrambe cosi da sperimentare che il movimento eseguito, permette di avanzare.
In questa fase, occorre lavorare non in maniera standardizzata. Bisogna organizzare il lavoro in base al livello degli allievi, all’età, alla presenza di casi particolari (portatori di handicap), al tempo a disposizione di una lezione e all’impianto natatorio in cui insegniamo.
La piscina a disposizione ricopre un fattore fondamentale per l’organizzazione delle lezioni. È essenziale adattare il lavoro alle situazioni in cui ci troviamo come ad esempio una piscina da 50m o da 25 m, con 8 o 4 corsie, avere un vaschino annesso alla vasca principale ed avere degli aiutanti per svolgere al meglio il nostro compito.
Bisogna sempre lasciare libero il bambino di fare i propri progressi, senza forzare i passi che possano farlo evolvere.
La fascia di età compresa tra i 4 e i 6 anni consente, grazie alla elevata modificabilità ed adattabilità del sistema nervoso, la piena realizzazione del potenziale motorio dell’individuo.
Si deve evitare con i più piccoli di ricercare esecuzioni tecniche troppo sofisticate che richiedono un elevato controllo motorio, privilegiando l’apprendimento delle nuotate nei loro aspetti basilari.
L’insegnamento ai bambini deve essere improntato ad ampliare al massimo il repertorio di esperienze motorie.Per questo gli esercizi di sintesi servono a creare una nuotata basilare, cercando di formare una immagine motoria il più completa possibile. La lezione si deve svolgere in un ambiente sereno e stimolante, dove l’aspetto ludico-ricreativo non viene mai trascurato e costituisce una molla per la giusta motivazione.
Prendiamo come esempio un gruppo bambini con età compresa tra i 5 e 8, in un impianto che predispone una vasca da 25m con 5 corsie disponibili.
In questo caso, gli allievi provengono da una fase precedente di ambientamento e familiarizzazione con l’acqua. Dobbiamo dunque arrivare come obiettivo finale, ad una nuotata di base non tecnicamente perfetta.
Bisogna inizialmente trasformare il galleggiamento da verticale a prono o supino, riuscire ad effettuare un scivolamento sul petto o sul dorso e avere una buona propulsione di gambe.
Alla fase di scivolamento verranno poi aggiunti degli esercizi propedeutici per la bracciata, gambata o entrambi.
Come fase finale l’allievo deve riuscire ad eseguire una nuotata assemblando scivolamento, bracciata e gambata.
Esercizio per lo scivolamento:
Esercizi per la bracciata:
Esercizi per la gambata:
Esercizi vari:
Tutti gli esercizi proposti sono adatti per rafforzare i concetti appresi nei primi stadi. L’allievo deve essere partecipe e artefice degli esercizi, essendo anche libero di proporne altri nuovi.
Nel gruppo occorre dare la stessa importanza a tutti gli elementi, aiutando quelli in difficoltà coinvolgendo in prima persona i compagni stessi.
In conclusione, non tutti raggiungeranno lo stesso livello, ma saranno almeno in grado di avere un abbozzo di ogni stile!
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