Nel 1603 la prima organizzazione nazionale di nuoto nacque in Giappone. L’imperatore Go Yozei dichiarò che ai bambini poteva essere insegnato il nuoto.
Nel 1612 l’eccessiva passione per il nuoto causò la morte del principe di Galles che si buttava la sera dopo cena a stomaco troppo pieno nel Tamigi.
Nel 1669 l’autore francese Thevenot scrisse “L’arte di nuotare“, descrivendo uno stile ancora una volta simile all’odierna rana.
In un libro del 1676, “Il VIRTUOSO” di Shadwell, così era descritto un marito che cercava di imparare a nuotare
“Tiene una rana in una boccia piena d’acqua, legata ai fianchi con una corda, la qual corda Sir Nicholas stringe tra i denti, stando sdraiato su una tavola. Quando la rana muove gli arti lui fa altrettanto, e il suo maestro di nuoto gli sta accanto per dirgli se la imita bene o male”.
Nel 1708, il primo gruppo di assistenza bagnanti, l'”Associazione di Chinkiang per il salvataggio di vite”, fu fondato in Cina.
E c’è chi dice che Benjamin Franklin abbia inventato le pinnette corte da piscina nel 1716. Sempre Franklin nel 1726 a Londra si spogliò e si tuffò nel Tamigi esibendosi in varie evoluzioni in superficie e sott’acqua. Insegnò a nuotare a molti aristocratici inglesi e si trovò di fronte a una tale mancata dimestichezza con l’acqua da prendere seriamente in considerazione la possibilità di fermarsi in Inghilterra e fare i soldi allestendo una scuola di nuoto.
Nel 1739 Guts Muts un tedesco di Schnepfenthal, scrisse “Gymnastik für die Jugend” (ginnastica per i giovani), che includeva un’ampia sezione dedicata al nuoto.
Altre tracce di libelli riguardanti il nuoto le troviamo nel 1794 con “L’uomo galleggiante, ossia l’arte ragionata del nuoto” del canonico Oronzo De Bernardi.
Nel 1796 un associazione di nuotatori vide la luce a Upsala, in Svezia (chissà se avevano già inventato gli occhialini svedesi 🙂 )
Nel 1798 Guts Muts scrisse un’altro libro “Kleines Lehrbuch der Schwimmkunst zum Selbstunterricht” (“piccolo manuale dell’arte di nuotare da autodidatta) in cui descriveva un approccio in tre fasi per imparare a nuotare che ritroviamo ancora oggi nelle scuole nuoto:
Pare che nel XVI e XVII secolo lo stile di nuoto fosse una specie di “cagnolino” in cui però si battevano i piedi con un’ampia sforbiciata delle gambe.
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