SANTA CLARA, California. “Già a 16 anni, da agonista, cercavo continuamente strategie per migliorare in piscina. Approfondii lo studio del mio sport e cominciai a coinvolgere un preparatore atletico. Costui era una ex star del football americano e mi sottopose a una pletora di esercizi estenuantimettendo in questione la mia abilità di velocista.
Già il primo giorno mi preparò un allenamento a circuito e mi disse che se non lo avessi completato nel tempo previsto non mi avrebbe allenato. Ero molto motivato e avevo l’energia dei 16 anni, quindi diedi tutto per avere la possibilità di farmi allenare da questa specie di Golia. Alla fine ce la feci e, gli anni successivi, egli mi allenò nella sua palestra. Lavorando con lui feci grandi progressi, sia in vasca che fuori. Nonostante la sua mancanza di conoscenza specifica del nuoto egli mi aiutò molto.
Spesso gli allenatori di nuoto sono maniaci del controllo, ma è così solo perché tengono alla salute dei propri atleti. Cercando di organizzare minuziosamente ogni aspetto della loro squadra spesso, sfortunatamente, si spingono in aree che sono al di fuori del loro ambito di competenza. Non capita di rado che prendano decisioni scorrette o poco utili (a causa della mancanza di specifiche informazioni e di una specifica preparazione) che, alla fine, possono portare ad un calo di prestazioni dei nuotatori.
Quando un allenatore sovrastima la propria preparazione previene immediatamente l’ottimizzazione del potenziale degli atleti, anche se l’errore non è intenzionale il danno può essere poi molto difficile da correggere! Ad esempio, eseguire migliaia di rotazioni esterne con la banda elastica non è un adeguato sistema di prevenzione infortuni per l’articolazione della spalla. Infatti in questo modo si trascura lo stabilizzatore delle scapole e i muscoli depressori, entrambi essenziali per la prevenzione della “spalla del nuotatore” (patologia infiammatoria dell’articolazione scapolo omerale).
Questa non vuol essere una critica specifica agli allenatori di nuoto visto che nessuno conosce tutto di tutto, sopratutto se la materia è vasta e l’allenatore, giustamente, specializzato per uno sport. Per questo trovare un preparatore atletico affidabile e che possa affiancare l’allenatore in maniera complementare può aumentare grandemente le capacità di una squadra!
È come, se mi passate il paragone, se la squadra fosse una macchina da corsa, l’allenatore è il pilota ma il preparatore atletico è il meccanico. E non si è mai visto un team automobilistico con grandi piloti che poi fa manutenzione alla macchina da corsa nel garage di casa.
Se dovessi definire il preparatore atletico direi che: è un individuo (o insieme di individui) incaricato di migliorare la forza dell’atleta, ridurre le sue debolezze e prevenire gli infortuni al di fuori dell’attività in vasca (anche se i professionisti della preparazione atletica vanno anche al di là di questa semplicistica definizione).
Un preparatore atletico di livello cercherà sempre di riconoscere i punti deboli degli atleti a lui affidati, programmare esercizi per prevenire gli infortuni, migliorare i sistemi energetici, mantenere l’allenamento interessante e non noioso, stilare un programma che evolva e non ristagni adeguandolo ai volumi di allenamento in vasca. Sopratutto si occuperà della forza relativa di un atleta. Molti si aspettano, affidando la squadra a un preparatore di questo tipo, di vedere ragazzine di 12 anni che sollevano 80 kg con un dito solo o altre robe da circo quando una roba del genere non ha nulla a che vedere con la qualità dell’allenamento che in una squadra di nuoto DEVE concentrarsi sulla forza relativa.
La forza relativa è l’ammontare di forza in rapporto alla dimensione corporea dell’atleta. Al contrario della forza assoluta, la relativa viene infatti rapportata alla “taglia”. trasformare un nuotatore nell’uomo più forte del mondo non è l’obiettivo di un buon preparatore atletico. Invece sono essenziali l’incremento della forza, il controllo motorio e la coordinazione al fine di dare ad ogni nuotatore gli strumenti necessari per correggere e migliorare i diversi stili in acqua.
Durante il mio lavoro con le varie squadre ho sempre posto particolare interesse nell’esaminare i programmi di preparazione atletica ed ho trovato 6 problemi comuni che un buon preparatore atletico può risolvere !
(Di G. John Mullen – Swimming Science and Center of Optimal Restoration)
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