Teoria dell'allenamento

Nuoto, andare più veloci: la scienza dell’acqua

Nuoto, andare più veloci: la scienza dell’acqua

Nel Nuoto, andare più veloci possiamo dire che sia lo scopo finale, se sei un agonista ma anche se non lo sei. Infatti, se il tuo scopo è, ad esempio, quello di nuotare per tenerti in forma, la tecnica della nuotata dovrà essere comunque ottima.  Necessariamente. Questo perché per muoversi in acqua devi diminuire l’attrito, per diminuire l’attrito è necessaria una buona tecnica e con una buona tecnica ottieni una maggiore velocità e efficacia dell’attività fisica. Semplice, no?

Andare più veloci è sempre il risultato finale di una buona pratica.

Nuoto, andare più veloci grazie a tre punti fondamentali

Per prima cosa ridurre l’attrito. Aumentando l’attrito aumenta la resistenza offerta dal liquido e quindi DIMINUISCE LA VELOCITÀ. Proprio per questo è necessario insistere su tutti quegli aspetti che diminuiscono il coefficiente di attrito:

  • la posizione del corpo (streamline o di scivolamento) il più affusolata e “composta” possibile.
  • I movimenti composti orientati a “tagliare l’acqua” piuttosto che ad aggredirla.
  • L’economia dei movimenti che elimina tutti quelli superflui e inutili che ci rallentano.

Secondariamente migliorare la tecnica. Anche se i due campi si compenetrano, vorrei spingermi oltre. Il miglioramento della tecnica può essere affinato a tal punto che si può dire non abbia mai fine: indipendentemente da quale sia il tuo livello di abilità.

Non è solo una questione di conoscere e saper applicare la tecnica corretta. Ricorda che:

Con la fatica, durante la gara la tecnica tende a sfaldarsi

Essenziale allenarsi a mantenere una forma corretta anche sotto stress/fatica per rendere al meglio in gara.

Infine, ma solo dopo aver perfezionato i suddetti punti fondamentali, possiamo passare al potenziamento, aumentare la forza per spingersi con maggior lèna in avanti. Perché come terzo punto? Ce lo spiegherà a breve la formula magica della velocità in vasca. In sostanza se non si elimina l’attrito e non si perfeziona la tecnica la potenza che applicheremo finirà con il rallentarci aumentando la resistenza dell’acqua. È la scienza, bello.

La formula magica della velocità in acqua: = (P*E)/A

La velocità di un nuotatore viene spiegata da questa formula. Ecco cosa significano i suoi termini:

  • (v) Velocità
  • (P) Potenza
  • (E) Efficienza
  • (A) Attrito

Vediamoli spiegati uno per volta

Velocità

La velocità di un nuotatore in vasca è legata a un solo scopo: rallentare il meno possibile. Sono molte le variazioni di velocità quando applichiamo la forza delle bracciate per avanzare e la stessa velocità cambia ancora quando ad esempio battiamo le gambe a Delfino in fase subacquea (lì si raggiunge il massimo della velocità, per questo viene chiamata il Quinto Stile).

Lo scopo è allenarci a mantenere sempre la massima velocità possibile, allenando il passaggio dalla virata al nuoto, la continuità della bracciata e l’andatura (la frequenza della bracciata).

Un’ottimo modo di allenare questo aspetto è utilizzare delle monopinne nuoto come le Dolphin o le EVO:

Potenza

In fisica è la quantità di energia che si può utilizzare in un’unità di tempo. In sostanza la forza dei nostri muscoli? Sì: ma ricordiamo sempre che la forza applicabile è maggiore quando è allenata con lo stesso movimento con cui la si andrà ad applicare

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Mi spiego brevemente. Se per potenziare i muscoli che contribuiscono alla bracciata a Rana io uso un bilanciere in palestra, supponiamo per allenare i bicipiti, non tutta la forza guadagnata in quel modo verrà applicata quando nuoto a Rana. Se invece alleno lo STESSO MOVIMENTO che poi farò in vasca allora la quasi totalità della forza guadagnata verrà applicata per darmi spinta e velocità.

La domanda è: devo muovere le braccia a rana tenendo in mano manubri da palestra?
Non proprio. Sbilancerebbero la tua tecnica. Da usare, invece, palette (con moderazione), paracadute, elastici da corsia e elastici da allenamento a secco (ad esempio con la Breastroke Machine potenzi le braccia a Rana in maniera efficace).

Efficienza

L’efficienza con la quale riusciamo a spingerci in avanti. E’ un parametro biomeccanico che sostanzialmente valuta la tecnica del nuotatore. Se spingo all’indietro con la mano a una velocità X e avanzo alla stessa velocità allora la mia efficienza sarà del 100%. Di solito questa situazione ideale non si presenta mai, siamo piuttosto ad un efficienza del 50%, prendendo a esempio un nuotatore di media capacità.

Dice Giorgio Gatta (Docente della cattedra “Scienza e Tecnica delle Discipline Natatorie” dell’Università di Bologna): “Se un nuotatore con una efficienza tecnica media (cioè del 50%) capace di nuotare i 100 stile libero in 59 sec (a 1,695 m/sec) riuscisse a migliorare il suo stile del 3%; faticando come prima, cioè utilizzando sempre la stessa spesa energetica, sprecherebbe meno e raggiungerebbe la velocità di 1,729 m/sec, cioè ad un tempo di 57” e 22 (scusate se è poco!)”.

L’unico modo per migliorare l’efficienza è migliorare la tecnica. Serie di tecnica ed esercizi in acqua sono l’unico modo, insieme a un grande impegno, concentrazione e costanza, per migliorare questo parametro in maniera significativa!

Attrito

Dell’attrito abbiamo parlato all’inizio e dalla formula puoi vedere che è un denominatore. Ciò significa che riducendosi l’attrito la velocità aumenta.

Conclusioni.

Che conclusioni dobbiamo trarre da questa formula magica? Che conviene non smettere mai di allenare la tecnica e che non bisogna allenare la forza nel modo sbagliato ma potenziare il gesto che poi si andrà a ripetere in acqua.

Cerca qui sul nostro blog Nuoto On Line i consigli di allenamento e gli esercizi che ti aiuteranno a mettere in pratica questi buoni principi.

 

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