Proprio così, nell’arco di pochi mesi sono già due i nuotatori finiti nei guai con la giustizia. Dopo che il 6 gennaio scorso Klete Keller (2 volte campione Olimpico di nuoto) fu incriminato per la sua partecipazione nei disordini a Capitol Hill (resistenza a pubblico ufficiale, accesso non autorizzato in edifici pubblici e comportamento violento) adesso è il turno dell’australiano Scott Miller.
Esatto, non parliamo di una cosa come il bong di Phelps. Condannabile, quest’ultimo, certo ma che, si spera, ebbe come conseguenza solo l’esilio dalle confezioni di cereali per la colazione. (Le confezioni ritirate sono esposte come cimeli al museo del nuoto di Fort Lauderdale, l’International Swimming hall of Fame).
Martedì scorso Miller (45 anni) è stato arrestato nella sua casa a Rozelle assieme a una donna di 47 della quale non è stata rivelata l’identità. Scott Miller, oro alle Olimpiadi di Rio del 1995 e argento ad Atlanta 1996, è accusato di essere addirittura il capo di un’organizzazione dedita al traffico di droga.
Si parla di metanfetamine, che pare venissero nascoste all’interno di candele. Il detective John Watson sostiene che un’ampia e diffusa rete di trafficanti lavorasse sotto il comando e la guida di Miller (che già nel 2013 aveva avuto problemi legati alle metanfetamine) nell’area del New South Wales.
Al momento si aspettano aggiornamenti sulle accuse che verranno mosse a Miller e alla sua organizzazione.
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