La federazione nuoto ucraina ha lanciato una richiesta di aiuto e l’Italia ha risposto. La speranza, dice il presidente di FIN Federnuoto Barelli è che questi gesti di solidarietà siano un esempio per chiunque abbia la possibilità di intervenire in soccorso del popolo ucraino drammaticamente colpito dalla guerra.
Già le nuotatrici del sincronizzato femminile ucraino erano arrivate a Roma. Adesso la Federazione Italiana Nuoto ha inviato un autobus al confine tra Ucraina e Ungheria per prelevare 12 atleti e quattro allenatori in fuga dai combattimenti. Gli atleti, che si potranno allenare in collegiale presso gli impianti olimpici italiani di Ostia, hanno tutti tra i 14 e i 20 anni.
Sono rimasti in ucraina altri quattro nuotatori (tra cui la medaglia di bronzo Marta Fiedina). Qui sono arrivati Vladyslav Bukhov, Denys Kesil, Vadym Naumenko, Oleksii Hrabarov, Artem Bondar, Valentyn Nesterkin, Illia Linnyk, Oleksandra Zevina, Daryna Zevina, Maksym Ovchinnikov, Serhii Shevtsov, Maksym Tkachuk. Ma anche i tecnici Andrii Khloptsov, Iurii Zevin, Oleksandra Kurbanova e Kostiantyn Kartashov. Saranno ospitati a Lignano e si alleneranno in piscina olimpica dal 15 al 31 marzo.
Non è solo l’Italia ad aiutare, tra i paesi che hanno accolto le richieste di aiuto dei nuotatori ucraini c’è anche l’Ungheria. L’associazione nazionale nuoto ungherese ha aperto gli impianti a 23 nuotatori ucraini categoria junior, il cuore della nazionale juniores. Ospitati a Debrecen e Kaposvar, oltre a nuotatori e allenatori sono anche le famiglie. Tra gli ospitati anche Oleksandr Zheltyakov, argento nei 100 Dorso ai campionati europei del 2021 e Viktoriya Kostromina, bronzo in staffetta mista agli stessi campionati.
Il presidente dell’Associazione nazionale ungherese di nuoto, Sandor Wladar, ha dichiarato: “Negli ultimi anni abbiamo fatto molte cose buone per il nuoto ungherese, organizzato molti eventi internazionali per FINA e LEN, ricevuto un sacco di feedback positivi, ma questo è qualcosa di diverso perché probabilmente abbiamo salvato vite, salvato giovani nuotatori dalla rovina delle loro carriere. Qualcosa che le parole non possono davvero descrivere”.
Tratto da: Swimming World Magazine e Federnuoto
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