Immaginiamo questo scenario. Avete per le mani un nuotatore di circa 9 anni e, come è normale, egli si troverà di fronte a un qualcosa di nuovo (anche se ha nuotato prima sarà da considerare comunque un NEOFITA!). A questo punto tu allenatore dovrai decidere…quale sentiero fargli prendere per il suo futuro da atleta?

Quando si parla di atleti giovani non c’è niente di più importante dello “sviluppo dell’abilità”. Ma, per qualche ragione, il nuoto sembra essere uno di quegli sport in cui c’è la credenza che i giovani nuotatori debbano essere allenati come i loro colleghi più grandi. C’è l’idea che il lavoro debba essere misurato solo dal tempo o dalla distanza che viene nuotata piuttosto che dalla qualità della nuotata stessa. Diamo un’occhiata agli altri sport, prendiamo ad esempio le arti marziali. Vengono insegnate con una progressione step-by-step di apprendimento delle abilità. L’insegnamento necessita di un approccio molto logico su cosa viene prima e cosa viene dopo.

Troviamo lo stesso sviluppo delle abilità nel baseball. Sarebbe stupido allenare un bambino di 9 anni come se fosse un professionista, lavorando su potenza e velocità prima di perfezionare “come impugnare la mazza” o “come lanciare la palla”.  Un allenamento del genere condannerebbe il piccolo atleta a nessun futuro sportivo. Buttarsi a capofitto nell’allenamento prima di aver acquisito e padroneggiato un certo livello di competenza nell’abilità richiesta per raggiungere un determinato potenziale significherebbe solo buttarsi a capofitto verso il fallimento sportivo.

C’è sempre una determinata durata della vita sportiva di un atleta. La parte più difficile di questa vita atletica è raggiungere il “ritiro” piuttosto che l'”abbandono”. Ci sono due strade che, nell’ambito della propria carriera, l’atleta può prendere in considerazione, lo sviluppo dell’abilità o il chilometraggio, c’è tempo solo per una di queste due modalità di lavoro.

Lo sviluppo delle capacità ha un tempo limitato nella vita di uno sportivo. Se impari le abilità giuste subito, mano a mano che cresci ed aumenta il carico di lavoro (di distanza e di esercizio fisico) le corrette abitudini ti saranno entrate in mente e sarà molto, molto difficile perderle. Se non mi credete provate a chiedere a triatleti che hanno difficoltà col nuoto: sono, di solito, atleti di ottimo livello, semplicemente non hanno imparato per tempo le abilità di nuoto di base necessarie per allenarsi in maniera produttiva.

Se tu che leggi sei il genitore di un giovane nuotatore, attenzione: non scambiare lo sviluppo delle corrette capacità natatorie con la semplice acquaticità. Non è questione di essere solo a proprio agio in acqua. Lo sviluppo di una buona abilità natatoria richiede una tale concentrazione per il posizionamento di tutte le parti del corpo nella posizione corretta, che l’esercizio fisico avviene durante il processo di apprendimento di queste capacità. Nuotare con la “Forma Perfetta” è molto più impegnativo che tirare mazzate in acqua con tutta la forza a disposizione….

Delle due “vie dell’atleta”, l’apprendimento delle corrette capacità e il chilometraggio (semplice esercizio fisico), quale pensate che si  perda con maggiore facilità? Puoi PERDERE un abilità una volta che l’hai imparata? No. Puoi perdere forma fisica quando smetti di nuotare? Si. Date un’occhiata ai nuotatori Olimpici, anche quando si ritirano e sono fuori allenamento continuano ad essere terribilmente veloci: hanno interiorizzato una capacità e non l’hanno mai persa. (guardate Amanda Beard… si è ritirata, sposata, fatto figli, è tornata in acqua per 9 mesi e ha fatto i tempi di qualificazione per il PAN PACIFIC TEAM Americano!!! Aveva l’abilità e non l’ha persa).

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Fatti una domanda e datti una risposta onesta se sei un genitore. Quale dono vuoi fare al tuo piccolo nuotatore? Vuoi un bimbo di 9 anni con il corpo di Adone (non succederebbe mai in maniera naturale) che svanirà nel momento in cui il bimbo smetterà di allenarsi? O vuoi che tuo figlio abbia una capacità che gli resterà per il resto della vita e che gli darà la possibilità di acquisire, in ogni momento, una forma fisica ottimale e degli importanti  risultati atletico-sportivi?

Un pensiero finale che è una teoria che nessuno, incluso me, ha mai avuto il coraggio di sottoporre a verifica!

Prendete due ragazzi identici (o ragazze, non fa differenza).

  • A 8 anni, fate fare a uno di essi 9 allenamenti a settimana di 5,000 metri. All’altro 6 allenamenti a settimana di circa 2,500 metri con una intenso lavoro sul perfezionamento tecnico delle abilità natatorie. A 8 anni chi vincerà? Ovviamente il ragazzino che si allena 9 volte a settimana.
  • A 9 anni, fate fare al primo bambino 10 allenamenti a settimana di 5,000 metri. All’altro 6 allenamenti a settimana di circa 2,500 metri con una intenso lavoro sul perfezionamento tecnico delle abilità natatorie. A 9 anni chi vincerà? Ovviamente ancora il ragazzino che si allena 9 volte a settimana.
  • A dieci anni si passa ad un livello di agonismo. Il primo bambino si tiene sui 10 allenamenti a settimana di 5,000 metri. Il secondo 6 allenamenti a settimana di circa 2,500 metri con una intenso lavoro sul perfezionamento tecnico delle abilità natatorie. Il primo bambino vince ancora, ma il distacco tra i due diminuisce.
  • Possiamo arrivare a 11 o 12 anni e il bambino che si è sempre allenato privilegiando la quantità del lavoro toccherà in questo momento l’apice della produttività. C’è semplicemente un limite a quanti allenamenti e a quanto lontano un tleta può nuotare. Il secondo nuotatore migliorerà grazie a un semplice, spesso sottostimato, componente: LA CRESCITA!
  • Quando questi due bambini identici avranno raggiunto i 13-14-15 anni di età, avremo di fronte due atleti.  Uno estremamente stanco, sulla soglia del burnout, frustrato da un continuo calo nei tempi, che stenta nel coordinare i suoi impegni di allenamento con la scuola e le attività sociali e familiari. L’altro continua a migliorare perché sta crescendo. A causa di questi miglioramenti ADESSO l’atleta avrà bisogno di maggiori volumi di allenamento… adesso il suo corpo è forte abbastanza da beneficiare di tutte quelle abilità sviluppate nei 5 anni precedenti.

Uno di questi atleti adesso è cintura nera di tecnica, quale dei due starà ancora nuotando a 18 anni?

Ecco una semplice filosofia che secondo me può dare l’opportunità a un atleta di diventare davvero grande:

Insegna prima di allenare, ma una volta che hanno imparato la tecnica… ALLENALI DURAMENTE!

(di Glenn Mills)

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    • grazie da una principiante master nuoto (M45) e da una mamma di un ragazzo esordiente per i consigli, la semplicità ma nello stesso tempo tecniche e professionalità che abbracciano tematiche a 360°. che la passione per la diffusione dell'amore per lo sport vi guidi sempre nel vostro lavoro. GRAZIE rosilita

      • Grazie a Lei.
        Mi dà immenso piacere sapere che c'è chi apprezza il nostro lavoro quotidiano. Speriamo di riuscire a continuare su questa strada e magari a migliorare! E... benvenuta nel mondo dei Master! :)

    • Come lessi una volta: "un'allenatore di esordienti non puo' essere un'allenatore di successo".
      Articolo interessante (purtroppo non molti allenatori seguono questo "cammino")
      Grazie e buon lavoro

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