L’Agenzia Mondiale Anti-doping (World Anti-Doping Agency (WADA) attraverso il comitato esecutivo ha iniziato una procedura di revisione in merito alla classificazione della cannabis come sostanza proibita. Questo a seguito di numerose richieste di “parti interessate”. Anche in seguito alla vicenda che ha visto la velocista statunitense Sha’Carri Richardson perdere il suo posto nella squadra olimpica di atletica leggera.
È così che il comitato WADA avvierà nel 2022 una ricerca scientifica per rivedere lo stato della cannabis nella lista delle sostanze dopanti. La cannabis al momento è proibita nelle competizioni sportive e continuerà ad esserlo almeno per tutto il 2022, ma oltre il 2022 la decisione del comitato potrebbe cambiare le cose. Anche se non riesco a immaginarmi qualcuno che possa farsi una canna per migliorare le proprie prestazioni sportive, da profano mi viene da pensare che sarebbe poco saggio. Ma forse non è solo la questione del migliorare la prestazione ma piuttosto dell’esempio che uno sportivo dovrebbe essere.
Con Richardson era successo che la U.S. Anti-doping Agency l’aveva trovata positiva alla cannabis dopo le qualificazioni per le scorse Olimpiadi. La sospensione le era costato il posto in squadra. Questa sospensione ha provocato molte reazioni nel mondo dello sport e molti hanno chiesto di cambiare questa regola. Negli Stati Uniti forse la questione è un poco più straniante visto che in molti stati la cannabis è legale.
Chiaro che ci vorranno ricerche accurate e non superficiali, e probabilmente anche molti dibattiti sugli aspetti etici della cosa, insomma un problema di non facile soluzione. La WADA è composta da 38 membri e la commissione sarà composta da 14 di questi. Includerà atleti, commissari governativi e membri indipendenti.
Dopo l’incontro preliminare, il presidente WADA, Witold Bańka, ha dichiarato: “Sono lieto delle decisioni prese oggi dal Comitato Esecutivo su una serie di argomenti chiave. Questi contribuiranno a rafforzare ulteriormente il programma globale antidoping e la protezione dello sport pulito. In particolare, le decisioni prese dal comitato in relazione alla conformità, alla Lista Proibita 2022 e in una serie di aree legate alla scienza si dimostreranno importanti per il continuo successo del sistema e per il bene degli atleti di tutto il mondo”.
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