È da oggi che si comincia con le nuove regole. Che valgono anche per le piscine. Per poter frequentare la piscina servirà il green pass “rafforzato”. Il Super Green Pass si può ottenere con la vaccinazione o con la guarigione dal Coronavirus. Avrà una durata di sei mesi. Molte le attività sportive e gli sportivi che dovranno adottarlo, incluso i nuotatori, e spunta quella che per ora è solo un’ipotesi: obbligo esteso anche agli sportivi professionisti. L’importante differenza rispetto al green pass base è che non vale il test di negatività al tampone (né antigenico né molecolare) effettuato nelle ultime 48 o 72 ore prima di entrare nell’impianto.
La prima problematica è sicuramente l’estensione del provvedimento. Tra federazioni e società sportive si calcolano circa 6/8 milioni di sportivi (su tutti gli sport, non solo sulle piscine). Se è vero che molte di queste saranno già vaccinate o guarite dal Covid negli ultimi sei mesi, è anche vero che sui grandi numeri potrebbero sorgere molti problemi per chi rimane fuori dalle condizioni richieste.
Ad esempio le fasce più giovani. Tra i giovani infatti la percentuale di vaccinazione è più bassa. L’obbligo vale dai 12 anni in su e per adesso non si applica ancora ai professionisti che sono equiparati a lavoratori dello sport. Per adesso sembra che ad istruttori e allenatori sarà sufficiente avere il green pass normale.
Si esprime anche Barelli che dimostra una tenacia encomiabile nel continuare a porre l’attenzione sulle condizioni in cui versano impianti e società sportive. Dice Barelli ad Adnkronos di essere sostanzialmente favorevole al Super Green Pass: “Su questi argomenti stiamo diventando tutti tifosi, abbiamo tutti una opinione. Io preferisco affidarmi a quello che dice la comunità scientifica. Stiamo cercando di arginare una pandemia con dati che peggiorano di giorno in giorno. Gli scienziati ci dicono che il vaccino è, al momento la soluzione migliore per contrastare il Covid e quindi ci può stare di estendere l’obbligo vaccinale agli sportivi agonisti che nel nostro Paese sono qualche milione. Io però vorrei sottolineare anche i problemi che riguardano le società sportive che hanno chiuso o sono in procinto di farlo perché l’aumento delle bollette ha aumentato enormemente i costi di gestione. È un problema che passa sotto traccia ed è un grave errore perché sono le società che reggono in larga parte il sistema sportivo italiano”. Non si può davvero dargli torto.
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