Teoria dell'allenamento

L’importanza della tecnica del nuoto

Per quanto tu possa ritenere importante la tecnica del nuoto, lo è di più.

E rieccoci qui con un altro articolo, come avrete dedotto dal titolo, oggi mi piacerebbe fare una riflessione e dare qualche consiglio sull’importanza della tecnica del nuoto.

Il punto di vista di un agonista sulla tecnica del nuoto

Dati i miei anni di nuoto a livello agonistico mi sento di dire che: tanto più il nuotatore cura la tecnica del nuoto e le capacità sensoriali, tanto più competitivo sarà. Questo non significa che se curo la tecnica, sarò sicuramente il Michael Phelps di turno. Ci sono molti altri fattori quali la potenza, la resistenza , il talento, eccetera.

Facendo una riflessione, però, ho notato che quella è la chiave giusta per fare un passo avanti. Basti guardare anche gli ultimi Campionati Europei in vasca corta. A mio avviso sono pochi i nuotatori/nuotatrici che hanno vinto nuotando “male”. Per i non addetti ai lavori:

quando un nuotatore nuota “male”, noi intendiamo che usa molta potenza per spostare l’acqua e non ha movimenti fluidi, ma piuttosto si dice che “strappa” o “spadella” (tengo a precisare che poi i termini cambiano di zona in zona, ma il senso è sempre lo stesso).

Qualche esempio

Per fare qualche esempio e farvi capire meglio vi basti tornare indietro di qualche anno, fino al 2009, ai Mondiali a Roma, ultimo atto del super costume, quello in poliuretano/neoprene. Da qual momento in poi c’è stata, secondo me, una rivoluzione nelle nuotate e si è ritornati allo sviluppo della tecnica del nuoto, questo perché quel tipo di costumone ti permetteva di galleggiare molto di più.

In quegli anni, proprio per quel motivo, si era passati allo sviluppo della forza, soprattutto i velocisti. Erano molto palestrati e le braccia schiaffeggiavano a braccio teso l’acqua, per sviluppare ancora più potenza, al resto pensava il super costume.

Ora invece, sempre secondo ciò che vedo io, la tecnica del nuoto ha un ruolo fondamentale, anche i velocisti sono tornati a nuotare senza le braccia tese e dosando potenza e tecnica, la cosa diventa ancora più importante per i mezzofondisti e fondisti, che hanno bisogno di essere leggeri e di dosare le energie per tutta la durata della gara.

E ora arriviamo al clou, ovvero, cos’è questa tecnica del nuoto di cui abbiamo parlato e come si sviluppa?

Secondo alcuni studi la tecnica nel nuoto viene nominata anche “efficienza propulsiva”. In sostanza quanta energia impiegata nella nuotata viene effettivamente utilizzata per muovere il corpo in avanti.

Potremmo dire che la tecnica del nuoto è quell’energia impiegata nella nuotata viene effettivamente utilizzata per muovere il corpo in avanti

Questa efficienza può essere misurata attraverso la lunghezza della bracciata e il numero di bracciate per vasca, per aumentare la tecnica bisognerà quindi diminuire il numero di bracciate per vasca, senza perdere velocità.

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Tutto ciò si tramuta che con un’ampiezza di bracciata maggiore, a parità di velocità, avremo un minor dispendio di energie e quindi meno fatica.

Ma come si allena la tecnica del nuoto?

La tecnica del nuoto si allena eseguendo degli esercizi mirati giorno per giorno. Non saltuariamente. Quando si pratica nuoto ad alto livello bisognerebbe eseguirli ogni giorno! Ma anche per chi pratica nuoto libero non è da scartare. Sopratutto se si vogliono prevenire infortuni e migliorare il rendimento.

Gli esercizi sono moltissimi, a volte si inventano a dirla tutta, e si privilegiano quelli che possono aiutare il nuotatore ad aumentare l’ampiezza della bracciata, oppure di aumentare la capacità di spostare più acqua possibile.

Facciamo qualche esempio per i vari stili. Tengo a precisare che su youtube si possono trovare moltissimi esercizi, con molte varianti. Una cosa che a me aiuta molto è guardare i video dei nuotatori, anche in gara, ed analizzare la loro nuotata.

Un esercizio di esempio per ogni stile!

Delfino. 1 bracciata completa con il braccio sx, 1 bracciata completa con il braccio dx, 1 bracciata completa a delfino; solo la spinta finale ovvero braccio piegato a 90° e si spinge in fondo, una variante è fare solo la fase subacquea della bracciata, con una bella spinta e ci si lascia scivolare.

Dorso. si nuota a dorso facendo un rollio delle spalle molto ampio così da poter usufruire di un’ampiezza di bracciata maggiore; per la spinta, si esegue solo la parte finale della bracciata alternata oppure doppia.

Rana. 1 bracciata e 2 gambate, 2 bracciate e 1 gambata (qui ci si concentra sulla propulsività della bracciata e della gambata); varie ampiezze di bracciata con velocità diverse.

Stile. stile alternato, ovvero bracciata completa con il braccio sx e l’altro braccio parte quando le mani si toccano; per la spinta si possono eseguire gli esercizi del delfino, quindi la parte finale di bracciata però prima con un braccio e poi con l’altro.

Conclusioni

Questi sono solo alcuni degli esercizi. Esercizi che possono essere eseguiti anche con attrezzi speciali per massimizzarne l’efficacia. Basta dare un’occhiata alla quantità di palette nuoto presenti in qualsiasi sito specifico per nuotatori. Possono sembrare una miriade. Ma ognuna di esse ha una funzione particolare. Difficilmente ne troverete di inutili.

Se volete altri esercizi fatemelo sapere nei commenti. Potrei fare un articolo con tutti gli esercizi che conosco!

Infine voglio ribadire che la tecnica va allenata per avere dei vantaggi, ma non bisogna denigrare la potenza e la forza che si esprime in acqua e che si può allenare anche in palestra, viceversa, come dicono quelli della Pirelli: “la potenza non è niente senza il controllo”.

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