Quando quegli stessi nuotatori furono sottoposti a una prova di 200m di distanza a submassimale, la loro frequenza di bracciata si abbassava notevolmente dopo la rasatura. Il risultato indica una maggiore lunghezza della bracciata poiché essi completarono i 200 m alla stessa velocità sia prima che dopo la rasatura. La riduzione della lunghezza della bracciata si notava maggiormente negli ultimi 100 m di nuotata, il che indica che gli atleti erano anche meno stanchi a quel punto.
Fattori psicologici
Il successo di un buon periodo di scarico di allenamento non è legato unicamente a fattori fisiologici ma anche allo stato mentale dell’atleta. Il nuotatore deve essere profondamente convinto, affinché il Tapering abbia pieno effetto, di dover nuotare alla perfezione anche durante il periodo di scarico. L’assioma “La prestazione è 90% mentale e 10% fisica” sicuramente sottostima la componente fisiologica dello sport ma il concetto che esso veicola è importante. Atleti poco allenati non potranno raggiungere performance di picco, indipendentemente da quanto siano psicologicamente motivati a farcela. Ma se teniamo conto solo di atleti ben allenati allora quell’assioma diventa molto preciso: l’atteggiamento mentale del nuotatore può fare la differenza tra un successo e una sconfitta.
Durante il Tapering gli atleti potrebbero essere molto ansiosi in merito alla gara che li aspetta. L’ansia può influenzare negativamente il recupero e quindi il morale. Le incertezze durante il periodo di recupero, in particolare la sensazione del nuotatore di essersi riposato troppo o troppo poco, possono intaccare la sicurezza di sé. L’allenatore in questi casi deve fungere da supporto e guida per i propri atleti, far sentire loro che il programma di allenamento è robusto e che tutto fa pensare che sono pronti per una buona prestazione in vasca.
L’allenatore deve rimanere calmo ed avere un modo di fare che mostri fiducia , anche se dovesse essere ansioso quanto l’atleta! Questo non significa certo che l’allenatore debba mentire ai propri atleti! L’allenatore deve essere chiaro con quei nuotatori il cui tapering non sta andando come ci si aspettava, unendo, però, le osservazioni negative ad abbondanti suggerimenti su come rimediare alla situazione
, così che il nuotatore si senta convinto che, al momento della gara, il tapering sarà stato completato con successo.Delle buone prestazioni durante il Tapering danno ai nuotatori molta fiducia in sé. Buoni punteggi su misurazioni di valutazione come test del sangue, test di potenza e velocità, misure della lungheza e frequenza di bracciata avranno lo stesso effetto. Sfortunatamente molti atleti non rendono al meglio in queste valutazioni effettuate durante il Tapering. Per ragioni in larga parte ancora da scoprire alcuni altleti non nuotano al meglio durante la fase di scarico mentre poi rendono benissimo in gara. Io sospetto che questi nuotatori capiscano, a livello intuitivo, di aver bisogno di una riduzione di volume e intensità del lavoro per recuperare la loro potenza anaerobica. Percui sono frenati , si trattengono, durante queste prove, magari senza esserne completamente consci. Nuotatori che sono soliti vivere il Tapering in questo modo non dovrebbero prendere parte ai test di valutazione durante il Tapering. I risultati causerebbero loro soltnto ansie e potrebbbero farli arrivare alla competizione in uno stato di mancanza di fiducia in sé stessi.
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ciao, io faccio uso della luce pulsata con depilzero.
E come ti ci trovi? Costicchia un pò? Dicono che dopo qualche seduta ti leva completamente i peli… Non so se per un nuotatore è troppo “definitiva” come soluzione…