Purtroppo non è andata bene per Bruni alle 6:30 del mattino ora Giapponese. Una gara faticosa che si chiude con il 14esimo posto in 2:02’10″2. Due minuti e trentanove secondi dalla vincitrice, la brasiliana Ana Marcela Cunha. Dopo che l’americana Twichell aveva guidato la testa della gara per la maggior parte del tempo, Cunha all’ultimo giro passa in testa e la tiene fino alla fine. Oro per lei in 1:59’30″08. Argento a Rouwendaal in 1:59’31″7 e Bronzo per Lee in 1:59’32″5. Ma sentiamo le dichiarazioni di Bruni in un video:
Dice Bruni: “E’ stata una gara tirata fin dall’inizio, purtroppo ho sofferto il ritmo e ho faticato a restare nel primo gruppo quando si è staccato. Dopo lo strappo decisivo intorno ai sette chilometri mi sono accorta che non ne avevo. Avevo impostato la gara sulla Van Rouwendaal, cercando di non sprecare energie, ma evidentemente non ne avevo molte. Sono dispiaciuta; ho molta rabbia. Avevo buone sensazioni alla vigilia. Avevamo lavorato bene. Purtroppo ho sempre accusato questo tipo di gare, con tanto ritmo sin dall’inizio è la temperatura dell’acqua alta. Ma non è una scusa. Le condizioni era uguali per tutte”.
Avrebbe potuto essere una gara molto tattica. Infatti la temperatura dell’acqua era a 29,6 gradi centigradi e l’umidità dell’aria dell’87 percento. E invece si è strutturata subito come una gara in velocità. Tutte molto veloci sin dal primo giro. Ma è stato l’ultimo a fare la differenza. Quando Cunha è partita a razzo solo due sono riuscite a starle attaccate: l’olandese Sharon van Rouwendaal e l’australiana Kareena Lee. Van Rouwendaal, campionessa del 2016 (l’argento era andato a Rachele Bruni), era rimasta nel gruppo di coda per la maggior parte della gara prima di accelerare negli ultimi 500 metri. Cunha è rimasta in testa di una lunghezza abbondante, non c’è stato dubbio che andasse a prendere l’oro. Van Rouwendaal e Lee si son date battaglia serrata per l’argento.
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