Una boccata d’aria… nel modo giusto! – Prima Parte

Emmett Hines è il direttore e capo allenatore dell’H2Ouston Swims. Allena fin dal 1981, ha una certificazione dell’American Swim Coaches Association Level 5, è stato proclamato allenatore dell’anno nel 1993 e il premio Masters Aquatic Coaches Association Lifetime Achievement Award nel 2002. Recentemente è stato ripubblicato il suo libro Fitness Swimming (Human Kinetics, publishers). Al momento l’allenatore  Hines allena il gruppo Master H2Ouston di Houston, Texas.

Cos’è “normale”?

Per molti nuotatori la parte della loro tecnica natatoria più scadente è… beh… ogni cosa fatta mentre si cerca di strappare una boccata d’aria tra una bracciata e l’altra e cercare di recuperare fiato tra le successive. Siccome la respirazione viene ripetuta migliaia di volte durante l’allenamento, la “lotta per l’ossigeno” e il conseguente calo della prestazione – sollevamento della testa, abbassamento delle anche, allungamento del collo, spinta dell’acqua verso il basso invece che esecuzione dell’appoggio corretto, etc.– comincia a sembrare normale agli “occhi” del nostro sistema neuromuscolare e diviene presto un errata abitudine. Questo significa che il nuotatore non può fondare la propria tecnica di esecuzione della bracciata su movimenti ritmici intorno a un core posturalmente solido che gli permetta una forma idrodinamica durante l’avanzamento in acqua. Questo perché è necessario almeno un intero ciclo di bracciata senza respirazione perché si possa recuperare l’equilibrio dell’assetto di nuotata. E, a seconda di quanto il nuotatore si sbilancia, ci potrebbero volere anche due o tre cicli di bracciata senza respirazione per recuperare il corretto assetto del corpo. Ciò vuol dire che egli resterà rinchiuso in un circolo vizioso di:

  1. Durante una bracciata, utilizza un movimento della respirazione che lo porta “fuori-equilibrio”
  2. Durante la o le successive bracciate tenta di ristabilizzare la posizione.
  3. Ripete le due fasi precedenti senza avere così l’opportunità di eseguire una nuotata ben bilanciata – l’unico tipo di nuotata della quale ovrebbero essere composte le buone abitudini del nuotatore.

Il tuo circolo Vizioso

Quindi se l’esecuzione tua personale della respirazione destabilizza il tuo assetto durante la nuotata, anche solo un pochino, vuol dire che anche tu hai una qualche forma di quel circolo vizioso in atto nella tua nuotata. E il tuo sistema neuromuscolare lo accetta come normale (o peggio, potrebbe anche pensare che sia il miglior movimento fattibile per te). Ti sembra una cosa buona? Spero di no.

La soluzione: uno snorkel

Prova un tubo respiratore frontale. Uno disegnato appositamente per i nuotatori e che di conseguenza permette una posizione corretta della testa, impedendoinutili attriti e intralci alle bracciate.

Come ti può aiutare

Un tubo respiratore frontale da allenamento elimina la distrazione e le complicazioni dovute al movimento necessario alla respirazione, dandoti l’opportunità di concentrarti ininterrottamente sugli altri aspetti della tua nuotata. Di seguito indico alcuni aspetti, di vitale importanza per una nuotata altamente efficace, nei quali lo snorkel è un ottimo strumento di allenamento:

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  • Imparare a mantenere una postura acquatica lineare e robusta mentre avviene l’inspirazione. Mantenere il corretto allineamento del corpo è complicato dall’inspirazione, specialmente quando si fanno respiri molto profondi. Il segreto è di espandere i polmoni lateralmente e posteriormente piuttosto che lasciar gonfiare il petto o la pancia. L’uso dello snorkel ti dà un ottimo feedback su quel che accade al tuo allineamento idrodinamico quando il diaframma, il petto e i muscoli della schiena lavorano per riempirti i polmoni. Non dovendo ruotare la testa per respirare, puoi isolare e perfezionare la tua abilità di inspirare mantenendo una “silhouette stretta” …una cosa che proprio non puoi fare senza uno snorkel. Usare lo snorkel in serie lunghe ed intense che richiedono una piena ossigenazione, ti dà tempo di calibrare dettagli posturali e simultaneamente far entrare il tutto nelle tue abitudini.
  • Eliminare i movimenti alto-basso. Immagina di governare una barca che oscilla in alto e in basso, è chiaro che poppa e prua si alternano a differenti altezze. E se tu sei ai remi il tuo lavoro sarà più difficile rispetto a quello di  qualcuno che governa una barca stabile. Così è anche per il nuoto. Se guardi qualche nuotatore non professionista da vicino e con attenzione noterai che la testa o l’intera parte superiore del corpo ha dei movimenti verso l’alto durante il momento della respirazione. E, di conseguenza, simultaneamente i fianchi tendono ad affondare verso il fondo. Uno snorkel ti fa capire com’è nuotare senza oscillazioni in alto-basso del corpo.
  • Tenere la linea centrale del corpo sulla traiettoria prefissata. Anche con una buona tensione del “core”, è facile deviare dalla traiettoria mentre si nuota. Non si ha, infatti, un feedback visuale accurato a meno che non si tengano gli occhi fissi sulla riga del fondo vasca. Chi più chi meno, tutti i nuotatori percorrono una traiettoria a zigzag senza accorgersene. Questo è di solito il risultato della rotazione della testa e del corpo nella direzione in cui si respira. Una volta che questo zigzagare diventa un abitudine ti sembrerà “normale” e sarà difficile liberarsi del problema. Si, puoi fare delle vasche senza prendere aria per aggirare il problema. Ma solo uno snorkel può darti sufficiente tempo per farti capire cose significa nuotare in linea retta, il primo passo verso la correzione di un difetto.

Anche se pensi di non avere questi difetti, una volta che avrai nuotato con uno snorkel capirai cosa c’è di sbagliato nel tuo assetto di nuotata.

[fine prima parte]

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