Il galleggiamento di un corpo nell’acqua dipende dalla componente verticale delle forze che sono applicate allo stesso in un determinato momento. In situazioni statiche, il galleggiamento dipende dal principio di Archimede (S. III p.C) secondo cui “un corpo immerso in un fluido sperimenta una spinta verticale (direzione) ed ascendente (senso) uguale al peso del volume del liquido spostato”. Questa spinta si denomina spinta idrostatica (Si) o forza di galleggiamento. Dunque, quando una persona è
immersa nel mezzo acquatico e non fa nessun movimento il galleggiamento dipende dal
suo peso e dalla spinta idrostatica: quando il peso è minore della spinta idrostatica si
galleggia, quando è maggiore si affonda. In quest’ultimo caso, l’unica possibilità di rimanere in superficie dipende dal movimento dei segmenti corporei che devono generare
forze di direzione verticale e senso ascendente che uguaglino o superino la forza peso. Si parla allora di galleggiamento attivo o dinamico.
La densità dell’acqua può variare in funzione di due aspetti: la temperatura e la sua osmolarità:
Altri aspetti, come la quantità di gas disciolti al suo interno possono incidere sulla densità
dell’acqua, ma per un valore così modesto che, ai fini pratici, risultano irrisori.
Nel caso della densità del corpo umano, la situazione è un po’ più complessa a causa della situazione eterogenea che si presenta tra i differenti tessuti biologici che lo formano (Clauser e et al. 195): il più denso è il tessuto osseo, con valori tra 1400 kg/m3 (osso trabecolare o spugnoso) e 1800 kg/m3 (osso compatto); tessuti come quello muscolare, tendineo e legamentoso possiedono densità leggermente superiori a quelle dell’acqua, tra 1020/1050 kg/m3; l’unico tessuto meno denso dell’acqua, è il tessuto grasso, con una densità di 940-950 kg/m3. Questi sono valori medi, che possono variare in base all’età, al sesso e alle condizioni fisiologiche dell’individuo. Per citare due esempi, pazienti con osteporosi presentano livelli di densità ossea notevolmente diminuiti, mentre nel caso di
un corridore di maratona, prima di correre avrà i muscolidelle gambe ricchi di glicogeno mentre dopo la corsa queste riserve saranno esaurite, motivo per cui la densità dei
muscoli delle gambe sarà superiore al termine della prova.
Secondo quanto indicato sopra, l’essere umano dovrebbe sempre affondare, ma perché ciò non accade? La risposta va ricercata nell’aria, situata nei polmoni e nelle vie respiratorie, che presenta una densità ottocento volte minore di quella dell’acqua, cioè 1,2 kg/m3 a 20 gradi centigradi. In questo senso i polmoni si comportano come galleggianti perché durante l’inspirazione si intruducono 4-5 litri di aria che aumentano in modo consistente il volume del corpo con un corrispondente esiguo aumento di peso (0,047-0,058 N che è equivalente a 0,0048-0,006 Kg di massa).
Di conseguenza, l’abilità dell’uomo di galleggiare (galeggiamento passivo), dipende, in grande misura, dall’abilità di espandere la gabbia toracica quando inspira. In una sperimentazione svolta con un gruppo di 120 allievi della Facoltà di Scienze Motorie, tutti di razza caucasica, il 100% ha galleggiato nella condizione di inspirazione massima, mentre dopo una espirazione massima, sono affondati il 90 dei maschi e il 60 delle femmine. Oltre a differenze soggettive, l’abilita di galleggiare dipendente dal volume polmonare differisce tra la bianchi e neri, poiché la capacità vitale (volume totale di aria espulsa con una espirazione massima dopo aver mobilitato con una massima inspirazione la massima quantità d’aria possibile) è intorno a 0,6 litri maggiore negli individui bianchi rispetto a quelli di colore (Gesquiere, 1975).
Leggi la prima parte dell’articolo QUI
Nuotare piano nel Triathlon migliora i tempi Secondo una ricerca pubblicata su Pub Med nuotare…
Allenarsi con il Suspension Trainer per il Nuoto Allenarsi con il suspension trainer per il…
Perché il Nuoto Frenato migliora le prestazioni Rispetto all’aria, l’acqua è una sostanza densa, il…
Nuoto: potenziare le spalle con questi esercizi La spalla del nuotatore è un problema concreto…
Dorso, esercizio "spingi il compagno", bizzaro ma estremamente efficace Se mai dovessi sentire l'allenatore che…
Allenamento nuoto per dimagrire, ottava scheda Nell'ottava scheda di allenamento nuoto per dimagrire spingiamo molto…
Questo sito utilizza i cookie