Nel post ho espresso le mie considerazioni sugli errori in partenza dal blocco di nuova generazione. In questo seguito mi allontanerò dalle osservazioni “negative” e parlerò di come il blocco Omega possa essere utilizzato al meglio per ottenere una partenza “ideale”. Uso le virgolette su “ideale” perché nessuna tecnica è giusta in assoluto per ogni singolo nuotatore. Per questo è necessario essere sempre affiancati da un allenatore capace che sia in grado di interpretare lo stile dei propri atleti e adattare le migliorie tecniche perché siano efficaci veramente.
L’abilità nella partenza è difficile da quantificare. Molti credono che il tempo di reazione sia un parametro adeguato, sfortunatamente non è così, infatti nessuno studio ha evidenziato correlazione tra le due cose. L’aspetto più importante di una partenza è quanto lontano riesci ad andare dal punto A al punto B. Ci sono, ovviamente molte variabili, ecco le più comuni:
Di norma preferisco misurare i tempi di rottura dell’acqua e dei 15 metri come parametro per misurare l’abilità di partenza dal blocco. Sfortunatamente il tempo di rottura dell’acqua varia a seconda della distanza percorsa, infatti un breakout di 10 secondi su 15 metri è meglio di un breakout di 10 secondi su 2 metri!
Una cosa utilissima sono le registrazioni video. Non avete idea della quantità di nuotatori che dicono di aver avuto benefici grazie ad analisi video della propria nuotata. E visto che si parla di start per le riprese va benissimo un qualsiasi smartphone. La parte difficile sarà analizzare il video in maniera corretta. Ecco alcune delle variabili a cui io pongo attenzione:
Ora che abbiamo tutte queste variabili/tempi dobbiamo capire che significano. L’obiettivo del tuffo è di massimizzare la distanza dal blocco minimizzando la resistenza dell’acqua all’ingresso. Se riesci a ottenere questo avrai una partenza da campione. Ma qui entra in gioco la variabile: diversi tipi corporei traggono beneficio da un diverso tipo di partenza.
Fortunatamente questi stili di partenza hanno molti punti in comune e si possono dividere in 4 tipi principali (descritti bene dal francese Vantorre e collaboratori).
Questo è uno dei metodi per categorizzare le partenze, Russell Mark di USA Swimming biomechanics preferisce classificarle così:
Per massimizzare la distanza di entrata dal blocco di partenza è essenziale spingere con entrambe le gambe e tirare con entrambe le braccia. Ecco come sistemarsi per ottimizzare queste spinte:
Mani
Le mani devono afferrarsi saldamente al bordo del blocco con tutte le dita, pollici compresi. Questo lascia al nuotatore una maggiore area, generando così più forza. Per la massima propulsione i pollici vanno ben aggrappati alla parte frontale del blocco e NON appoggiati.
Braccia
Le braccia dovrebbero rimanere completamente distese e leggermente in tensione. Non flesse ma tese e pronte a reagire. Questo permette al nuotatore di scattare diminuendo il tempo di reazione. A livello anatomico, flettendo le giunture si posizionano i muscoli in una posizione non ottimale, accorciandoli e diminuendo il potenziale di attivazione. Gomiti rivolti all’indietro e trazione all’indietro . Ognuno di voi avrà sentito quella cosa del buon Isaac per cui “ogni azione ha una reazione uguale e contraria”. Se i gomiti sono all’indietro la reazione sarà in avanti con la stessa forza.
Gambe
Le gambe sono la parte più variabile. Comodità e stabilità sono essenziali sul blocco; ogni nuotatore con una buona posizione di partenza potrebbe resistere a un tornado mentre è fisso sul blocco! Distribuisci bene il peso su entrambe le gambe con i piedi direzionati in avanti. Il piede posteriore dovrebbe essere ben alto sulla rampa del blocco Omega orientando la tibia a 45 gradi dal piano orizzontale. Assicurati che ginocchia e fianchi siano rivolti in avanti. Se sei storto partirai storto! Ricordati cosa diceva Isaac su azione-reazione!
Ora che queste premesse sono chiare vediamo di discutere le varie fasi di start dal blocco Omega:
Domani, nella seconda parte del post 🙂
del Dr. G. John Mullen,
DPT, CSCS, fondatore del Center of Optimal Restoration
e allenatore/preparatore atletico al Santa Clara Swim Club.
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