Nuoto: 56 anni fa, la tragedia di Brema. Una sventura tremenda.

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    Foto: Dittmeyer

    Nuoto: 56 anni fa, la tragedia di Brema. Una sventura tremenda.

    Oggi è l’anniversario di una tragedia. Una tragedia che coinvolge nello specifico anche il mondo del nuoto.  Il 28 gennaio 1966 precipitò, durante il momento dell’atterraggio, un aereo della Lufthansa partito da Francoforte. A bordo c’erano 46 persone e nessuna si salvò. Il mondo del nuoto ricorda questa tragedia poiché  tra quei 46 sfortunati c’era una selezione della Nazionale di Nuoto italiana. Erano diretti, assieme al giornalista Nico Sapio (principale giornalista sportivo RAI che si occupava del Nuoto Italiano) al meeting di Brema.

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    Il meeting di Brema

    Le cause dell’incidente non sono chiare (vedi sotto, un libro le analizza). Il maltempo (scarsa visibilità) unito a un guasto strumentale e forse anche a una manovra errata, in conseguenza di un malore del pilota, causò uno stallo  e lo schianto dell’aereo.  Il meeting di Brema era una manifestazione molto prestigiosa. Non venne interrotta e venne usato un drappo nero sulle corsie che erano riservate agli atleti italiani e dei fiori sui blocchi di partenza.

    La stele in ricordo dei caduti

    Ci sono diverse lapidi che ricordano i caduti. Forse la principale è quella eretta in Norderländer Strasse, non lontano dal luogo dell’incidente. La stele recita: “Il 28 gennaio 1966 nel cielo di Brema si infrangevano per crudele destino le vite dei giovani nuotatori italiani Bruno Bianchi, Amedeo Chimisso, Sergio De Gregorio, Carmen Longo, Luciana Massenzi, Chiaffredo Rora, Daniela Samuele, dell’allenatore Paolo Costoli e del telecronista Nico Sapio mentre erano avviati ad una gioiosa competizione di sport. Il Comitato Olimpico Italiano e la Federazione Italiana Nuoto posero questa stele sul luogo del sacrificio per affidare il ricordo degli scomparsi alla fedele e fraterna amicizia degli sportivi di Germania

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    “.

    Non solo lapidi ricordano l’infausto incidente, come sa chi pratica nuoto agonistico, a commemorare i caduti sono anche due trofei italiani molto famosi, il Trofeo Nico Sapio (in ricordo del giornalista omonimo) e la Coppa Caduti di Brema.

    Chi erano i caduti

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    Ecco chi erano i nuotatori e le nuotatrici che persero la vita in quel terribile incidente:

    • Bruno Bianchi, 23 anni, stileliberista, capitano della Nazionale.
    • Amedeo Chimisso, 20 anni, dorsista, all’inizio della sua carriera.
    • Sergio De Gregorio, 20 anni, stileliberista e delfinista. Aveva migliorato 16 record assoluti di cui 8 individuali.
    • Carmen Longo, 19 anni, ranista e mistista. Primatista assoluta nei 200 rana.
    • Luciana Massenzi, 21 anni, stileliberista e dorsista. Primatista italiana nei 100 dorso. Aveva migliorato 9 record assoluti di cui 6 individuali.
    • Chiaffredo Rora, 21 anni, dorsista e stileliberista, suo un record europeo.
    • Daniela Samuele, 17 anni, mistista e delfinista, alla seconda presenza in Nazionale.
    • Infine Paolo Costoli, un pioniere del nuoto di fondo.

    Il libro L’Ultima Bracciata – la tragedia di Brema 1966

    Sul tragico incidente, per chi volesse saperne di più, è stato scritto anche un libro “L’Ultima Bracciata la tragedia di Brema 1966“. Edito da Infinito Edizioni e scritto da Francesco Zarzana (con prefazione del presidente Federnuoto Paolo Barelli) racconta sia la tragedia che l’inchiesta seguita alla stessa per far luce sulla vicenda. Un libro doveroso per ricordare atleti e atlete che persero la vita in quella sfortunata giornata.

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