Nuovo metodo di allenamento USRPT: nuoto non convenzionale, efficace?

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    Foto: Swimmingworld magazine/ Brent Rushall

    Nuovo metodo di allenamento USRPT: nuoto non convenzionale, ma è efficace?

    Ogni nuotatrice e ogni nuotatore si allenano in maniera diversa. Nessun programma può essere lo stesso se si passa da un atleta all’altro. Questo è ancora più vero quando parliamo di nuoto. Nella storia di questo sport i sistemi di allenamento si sono sempre evoluti e chi era più avanti nel modo di allenarsi lo era anche in gara. Storicamente sono stati migliorati tutti gli aspetti del nuoto. Dalla battuta di gambe agli schemi di respirazione passando per virate e subacquea. E chi più ne ha più ne metta. Il nuoto si muove sempre in avanti, come i nuotatori e le nuotatrici. Ed è qui che entra in gioco un approccio diverso all’allenamento, l’USRPT, ormai adottato anche dagli allenatori italiani di alto livello.

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    Che cosa si intende per USRPT?

    L’USRPT, o Ultra Short Race Pace training (Allenamento breve ad Andatura di Gara) è stato creato dal Dr. Brent Rushall. È un tipo di allenamento in cui l’atleta cerca continuamente di oltrepassare la soglia del livello successivo. Secondo il sito Web ufficiale di questo tipo di allenamento: “L’USRPT si riferisce al lavoro breve e rigorosamente monitorato e agli intervalli di riposo che i nuotatori sono tenuti a mantenere”. Nell’USRPT, i nuotatori devono tenere un tempo ben preciso che corrisponde al tempo della gara per cui si allenano.

    Facciamo una serie di esempio. Un 30 x 25 con un tempo di 12,5 e ripartenza di 30 secondi. Questa serie non è, evidentemente, pensata per consentire al nuotatore di completare tutte le 30 ripetute. Dopo che il corpo si è adattato alla serie (circa sei ripetute), se il nuotatore nuota 13,0 secondi su una ripetuta, la stessa è considerata sbagliata. L’atleta salta quindi i due 25 successivi e rientra nella serie fino a quando non sbaglia di nuovo.

    Cosa rende l’USPRT diverso da altri metodi?

    Nell’USRPT è tutto basato sui tempi personali, diversamente, o molto più che, nell’allenamento tradizionale. Ogni aspetto di questo tipo di allenamento è basato su principi scientifici. E sul singolo nuotatore/nuotatrice.

    In cosa l’Ultra Short Race Training è “non convenzionale”?  Quando si allenano con questo metodo, i nuotatori devono essere onesti con loro stessi. Nell’allenamento classico se sbagli una serie puoi passare alla successiva. Con USRPT sbagliare si traduce in ripetute in meno. Quindi se vuoi allenarti efficacemente devi perderne il meno possibile. L’USRPT riesce a spingere un po’ più al limite i nuotatori, che quando perdono terreno sentono anche di mettere a rischio il loro allenamento.

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    È facile cedere alla tentazione di fermarsi e l’obiettivo dell’USRPT è di tenere il nuotatore il più possibile su quel limite. E questa è una delle cose che non si vedono molto negli allenamenti tradizionali. I quali storicamente, per molto tempo, si sono basati in gran parte sull’aumento dei chilometri percorsi.

    Perché utilizzarlo?

    In realtà il metodo non è nuovissimo. Fu pensato all’inizio degli anni settanta del novecento dal Dr. Rushall. Ma è solo da una decina di anni che è stato riscoperto e applicato sistematicamente al nuoto. Per onestà intelletuale c’è da dire che molti nella comunità del nuoto non credono in questo sistema. Chi lo utilizza (in maniera poco umile) sostiene che chi non approva questo sistema è perché non lo comprende appieno.

    Per il discorso che si faceva prima, e cioè che ogni allenamento va pensato su misura del singolo atleta, non è detto che l’USRPT funzioni con tutti. Uno dei nuotatori che ne hanno tratto vantaggio a livello professionistico mondiale è, ad esempio, Michael Andrew.

    Pare che Andrew si sia scontrato con parecchie resistenze proprio a causa dell’adozione di questo tipo di allenamento. Chi ritiene USRPT un metodo valido punta tutto sulla specificità dell’allenarsi per un tipo specifico di gara. Così da raggiungere il pieno potenziale in quellastessa gara, curando al massimo ogni sua specificità.

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    Conclusioni

    USRPT non è il tipo di allenamento che va bene per ogni nuotatore, ma lo stesso vale per l’allenamento tradizionale. Non c’è dubbio che USRPT sia diverso da qualsiasi altro tipo di allenamento utilizzato oggi. Lo sport continua ad evolversi, più squadre potrebbero scegliere di adottare questo stile di allenamento “non convenzionale”. O magari potrebbe non avere successo ed essere soppiantato da qualcosa di meglio. Non lo sappiamo. Per adesso abbiamo le parole di Vladimir Morozov, velocista russo, che dice: “Puoi semplicemente guardare i risultati (di Andrew) e vedere che l’USRPT funziona”.

    Per saperne di più: ne abbiamo parlato anche in Nuova tecnica di Allenamento USRPT.

    Fonte: Swimmingworldmagazine.com

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