E’ questa la domanda, meglio apparire dei vincitori anche se si è dovuto imbrogliare per arrivare o fallire seguendo le regole e impegnandosi in maniera totale?
Mi pongo questo interrogativo che nella mia mente riguarda l’allenamento del nuotatore, nonostante una domanda del genere possa essere applicata a qualsiasi sport, non solo al nuoto, e a qualsiasi livello, dalla gara di provincia alle Olimpiadi.
Ogni allenatore investe e dedica molto del suo tempo sviluppando programmi stagionali, elaborando esercizi e allenamenti coi quali spera di interessare e entusiasmare i propri atleti cercando di impegnare i loro sforzi in quelle aree sulle quali essi hanno bisogno di lavorare al fine di migliorarsi. Se i nuotatori portano a termine l’allenamento come indicato dall’allenatore, nell’intero arco della stagione agonistica, le possibilità di successo diventano davvero alte. Per contro, se l’allenamento è suddiviso in sezioni e i nuotatori lavorano solo facendo cose che a loro piacciono o che li fanno sentire sotto carico, o peggio imbrogliano per portare a termine con poco impegno un allenamento, allora il progetto di quel programma di allenamento non è più da considerare valido.
Un buon lavoro si concentrerà sul sovraccaricare uno specifico gruppo muscolare (come parte alta o bassa del corpo), oppure su un obiettivo specifico del nuoto (come distanza o velocità), o ancora potrebbe concentrarsi su una distribuzione equilibrata dello sforzo su diversi gruppi muscolari o sulla tecnica in modo che una maggiore acquaticità possa essere acquisita dal nuotatore. Sono davvero pochi gli allenamenti ben scritti che si rivelano poco efficaci quando sono eseguiti come si deve. Il fallimento nell’esecuzione degli allenamenti fa sì che tutto il processo dell'”allenarsi” non abbia una rilevanza a lungo termine sugli obiettivi che l’atleta si è proposto.
Scegliere quando sia il momento giusto per allenarsi è comprensibile e legittimo. Scegliere quando e SE allenarsi senza trucchetti che ci facilitino il lavoro NON è giustificabile!
Ci sono alcune semplici regole in allenamento che, se vengono seguite, rendono più facile raggiungere gli obiettivi prefissi.
Eccone qualcuna (possono sembrare banali ma sono sicuro che qualcuno di voi, nuotatori o allenatori ci ha avuto a che fare almeno qualche volta!):
- Inizia dal muro, non dalle bandierine
- Le corsie servono a DIVIDERE le corsie, non sono una forma di propulsione alternativa!
- Vira al muro, non alle bandierine. Le bandierine sono lì a indicare che il muro arriverà presto, non sono un segnale di inversione a U.
- Lascia che il nuotatore davanti a te si sia allontanato a sufficienza. Consiglio veloce: se ci sono 6 persone in una corsia di 50 metri non puoi partire a 5 secondi dopo chi ti precede. 10 secondi ti daranno spazio e ti permetteranno di concentrarti su bracciata, ritmo e lavorerai anche di più perchè non sarai in scia di qualcun altro.
- Le serie di gambe sono per la …battuta di gambe. Tirarti alla corsia o usare la tavoletta come una paletta non vuol dire che stai lavorando le gambe. Stai imbrogliando!
- A meno che il tuo coach non ti abbia chiesto di cambiare bracciata a metà vasca vuol dire che ha pensato l’esercizio proprio per quello stile che ti ha chiesto di nuotare: nuota dall’inizio alla fine lo stesso stile!
Allenatori… so quanto potrebbe essere lunga questa lista, ma se i vostri nuotatori seguissero alcune semplici regole, sempre, quanto migliorarebbe la vostra squadra?
Nuotatori…. se state facendo delle vasche di gambe e avete difficoltà a farle seguendo le regole indicate sopra, e decidete di imbrogliare per farcela, potà sembrare che siate riusciti a farcela, ma la realtà è che avete fallito! Ci potrà anche essere un altro nuotatore che non ce l’ha fatta, ma se avrà evitato trucchetti e imbrogli seguendo le regole sopraindicate, almeno vorrà dire che egli ha lavorato per avvicinarsi all’obiettivo e in breve arriverà a farcela.
Fine prima parte – continua… (vai alla seconda parte)
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