Storie di Nuoto: dalle Gare al Tentato Suicidio, la Forza di un Nuotatore.
Il nuoto ci offre storie davvero incredibili. Il più delle volte a testimoniare la poderosa forza che questo sport riesce a dare a chi lo pratica. Ma che è anche duro e può portare all’esaurimento di ogni forza, non solo fisica ma anche mentale. Abbiamo già visto, tra le altre, la poderosa e incredibile impresa di Charles Jackson French, il nuotatore eroe della seconda guerra mondiale. Oggi diamo uno sguardo alla storia, tutta contemporanea, di Tom Shields.
L’inizio della storia
Cinque anni or sono Tom Shields si qualificava per la sua prima Olimpiade (quella di Rio), secondo alle qualificazioni statunitensi, dopo Michael Phelps sia nei 100 che nei 200 Farfalla. Vinse poi l’oro con la staffetta mista sui 400 metri. Gli anni seguenti furono durissimi per Shields che dovette lottare contro insonnia e depressione derivate dall’eccessivo stress derivato dalla sua vita sportiva. Si era convinto che per sostenerela propria famiglia avrebbe dovuto continuare a mietere successi nel nuoto.
Alla fine del 2018 a Shields “saltò il tappo”. Rimase sveglio per tre giorni, alla fine dei quali tentò di suicidarsi. Sopravisse solo grazie all’intervento di Gianna, sua moglie. Tom rivelò al mondo questa sua lotta solo alla fine del 2019. Lo fece con la speranza di eliminare lo stigma che aleggia intorno a questo tipo di “malattie mentali” così da incoraggiare chi ne soffre a farsi avanti subito per ottenere aiuto.
L’impegno di Shields in questo senso lo rende un eroe. Se questa sua esibita vulnerabilità ha aiutato anche solo una persona a salvarsi, allora ne è valsa la pena. Ma allo stesso tempo Tom si ricostruiva, ancora una volta con il nuoto. Alle recenti qualificazioni di Omaha Shields ha cercato di qualificarsi di nuovo per scalare le vette del mondo del nuoto. Ma con una prospettiva diversa, figlia della sua esperienza.
Sabato notte
Sabato notte alle qualificazioni USA, il 19 Giugno 2021, Tom Shields si è qualificato nei 100 Farfalla, al secondo posto (in 51″19) dopo Dressel. Ma stavolta sa che il down post-Olimpiade può essere duro da superare. Lo ha fatto notare ai trials, un’opportunità può essere presa o persa, e questo può avere implicazioni pesanti nella vita sportiva di una nuotatrice o di un nuotatore.
“I Trials di qualificazione possono davvero essere un evento traumatico. Le persone parlano sempre di più dell’aspetto di “benessere mentale” di tutto questo. Io ho iniziato a parlarne spesso a causa della mia storia. E l’esperienza dei Giochi Olimpici con l'”hangover” che segue , è davvero un esperienza che può essere dura se non hai la giusta impostazione e forza mentale”.
“Ovviamente non credo che sia un problema esclusivo di chi riesce a entrare nel team Olimpico. È proprio il sistema di valori alla base delle qualificazioni che è difficile da gestire”.
Il confronto con l’esperienza del 2016
Confrontando l’oggi con la sua esperienza delle qualificazioni nel 2016, Shields ha ricordato di essere andato nel panico sapendo di dover nuotare entrambi gli eventi (100 e 200 Farfalla) durante i Giochi di Rio. Ma questa volta sa che tipo di nuotatore è ed è maggiormente a suo agio. Se non diventerà il più grande nuotatore di tutti i tempi, va bene lo stesso. Si vive il momento e riesce a godersi i lati belli del nuoto a quei livelli, grazie all’esperienza che ha attraversato.
“Mi piacerebbe pensare di poter andare davvero veloce”, ha detto Shields. “Credo ancora di poterlo fare, ma ho 29 anni. (forse dimentica nuotatrici come Dara Torres, ndr) Se fossi un nuotatore davvero forte avrei già sfondato. Ciononostante mi concentro sul fare delle belle gare, poi prendo quel che viene”.
Insomma, dall’abisso della depressione fino ad ora Shields è cresciuto, anche grazie al suo percorso con il quale ha cercato di aiutare chi era nella sua stessa situazione. Ha portato di nuovo il proprio mondo nelle giuste proporzioni. Questo gli ha dato solide fondamenta da cui ripartire con il nuoto e vediamo il risultato: un’altra Olimpiade da giocare.
Fonte: https://www.swimmingworldmagazine.com/news/tom-shields-builds-from-suicide-attempt-to-heroic-advocacy-and-another-olympic-team/
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