
Barelli Infuriato per il Prossimo Decreto Riaperture
In piscina si ritornerà a partire dal 15 maggio. Piscina solo scoperta ovviamente. Sembrerebbe una buona notizia ma tutto considerato non possiamo non dare ragione alle reazioni di Barelli, presidente di Federnuoto. La questione principale è che in luoghi come gli impianti al coperto bisognerà aspettare giugno. Questo, considerati i risultati delle ultime ricerche di un laboratorio inglese, ci pare davvero assurdo.
“Aprire le piscine scoperte il 15 maggio? E’ come dire che ad agosto potete andare al mare a fare il bagno a Ostia. Io sono arrabbiato e molto preoccupato perché si parla di riapertura delle piscine e delle palestre e degli impianti sportivi al coperto solo dal mese di giugno.
Spero di leggere nel decreto della prossima settimana date diverse e anticipate, in quanto sostengo che lo sport, anche al coperto, in sicurezza e nel rispetto delle linee guida già impartite, sia più sicuro dei mezzi pubblici e delle scuole. E’ impensabile ritenere che un alunno la mattina possa stare con compagni, insegnanti e bidelli e nel pomeriggio in sicurezza, con le dovute distanze e in una vasca piena di cloro, non abbia più garanzie contro il covid“.
Aggiunge Paolo Barelli: “Non posso credere che in una palestra, con 2-3 metri di distanza, con ogni sanificazione adeguata, si rischi di prendere il virus di più che in un cinema o in un teatro. La pandemia va sconfitta ma con il buonsenso, i cittadini devono, in sicurezza, svolgere attività con pari opportunità”.
Andare allo stadio sì e in piscina no? Ma voi volete una rivolta
“Se dovesse esserci l’indicazione, nel prossimo decreto, che è ammesso il pubblico negli stadi, gli avventori nei ristoranti, gli alunni nelle scuole e i cittadini al cinema e a teatro, e nel contempo fosse impedito di svolgere attività motoria e sportiva in sicurezza nelle piscine, nelle palestre e negli impianti sportivi, non solo le famiglie ma anche i gestori e dirigenti sportivi si ribellerebbero a ciò che sarebbe una totale e incomprensibile ingiustizia.
Occorre poi tenere presente che le società sportive, che garantiscono l’attività motoria al Paese, hanno ricevuto risibili ristori a differenza delle altre categorie. Il Governo rifletta, perché lo sport è praticato da oltre 20 milioni di cittadini che facendo sport contengono di gran lunga il costo sanitario del Paese”.