Cosa c’è di così importante nella battuta di gambe a Delfino?

    Cosa c’è di così importante nella battuta di gambe a Delfino?

    La battuta di gambe a Delfino è utilizzata in tutti e quattro gli stili e ci si riferisce ad essa come “Quinto Stile”. Essa è così importante per nuotare più veloce che l’allenatore Olimpico Eddie Reese inserisce ripetute in ogni allenamento per migliorare la battuta di gambe a Delfino. Non desta meraviglia che dal Texas siano arrivati 6 finalisti su 8 sui 100m Delfino nel 2014. Se non stai integrando un buona parte dei tuoi sforzi di allenamento per sviluppare una gambata a delfino più efficiente allora dovresti ripensare il modo in cui ti alleni.

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    Un’innovazione rivoluzionaria

    Quando chiedevo ai partecipanti delle collegiali al Race Club quanti colpi di gambe a delfino mettevano in un ciclo di bracciata la risposta solita era 2. La vera risposta è 4! Due dall’alto in basso e due dal basso in alto. Analizzando con velocimetri le accelerazioni e decelerazioni durante la battuta di gambe a delfino si evidenzia come la fase della gambata verso il basso fornisca l’80% della spinta propulsiva e quella verso l’alto il 20%. Ma la fase della gambata dal basso in alto ha un’altra importante funzione che non può essere ignorata senza gravi conseguenze.

    I muscoli che sostengono la fase verso l’alto (principalmente bassa schiena, retro coscia e polpaccio) non sono forti come i quadricipiti (che contribuisocno principalmente alla fase verso il basso), e quindi vanno allenati per questo movimento importante.

    Il movimento dei piedi durante l’up-kick è l’unico movimento del corpo che fornisce propulsione senza che i piedi muovano all’indietro nell’acqua. Siccome l’acqua è un liquido, la propulsione deriva da mani e piedi (superfici di propulsione) che si muovono all’indietro rispetto all’acqua ferma (terza legge di Newton… azione e reazione).

    La ragione per cui l’up-kick fornisce propulsione mentre i piedi muovono in avanti è che, unito al precedente down-kick, esso crea un vortice dietro al piede che muove in avanti e verso il basso, trascinando il piede. In più c’è un vortice anche dietro il corpo del nuotatore. Un grande utilizzatore di questi principi in allenamento è stato Bob Gillet, ma avrete sicuramente visto il video del nuotatore che vince la gara rimanendo in fase subacquea tutto il tempo, solo con la battuta di gambe a Delfino.

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    Una combinazione di vortici

    La combinazione di questi due vortici causa un flusso di acqua che muove in avanti dietro i piedi del nuotatore. Per fornire propulsione i piedi devono muovere all’indietro rispetto all’acqua ferma. Siccome l’acqua dietro i piedi muove in avanti, il movimento dei piedi durante l’up-kick può muovere in avanti a una minore velocità rispetto a quella dei vortici e creare comunque propulsione. Quel movimento crea anche un vortice che aiuta il successivo down-kick. Quindi più aggressivo è l’up-kick e più potente si rivela il successivo down-kick.

    Una delle mie serie favorite di battuta di gambe a Delfino è: 5 ripetute di 45-secondi battuta di gambe in verticale (con o senza pinne, guarda il video qui sotto), con le braccia in posizione di scivolamento (dritte sopra la testa, una mano sopra l’altra). 15 secondi di riposo tra le ripetute.

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    Sulle serie di battuta di gambe a Delfino classiche (“in orizzontale” per capirsi) il nuotatore può prendersela comoda nella fase up-kick. Mentre nella battuta di gambe in verticale, se si vuole tenere la testa fuori dall’acqua per respirare, è necessario spingere con decisione anche nella up-kick.

    Lavora sulla battuta di gambe a Delfino! Che sia laterale, a pancia in sù o in giù, ma lavoraci spesso! Sopratutto lavora sul tuo punto debole, quasi sicuramente l’up-kick, perché è più importante di quanto credi!

    Gary Hall Sr.

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