Lo sport è una grande lezione, una continua e meravigliosa palestra di valori. Chi non lo pensa non è un vero atleta. (Alessandro Del Piero)
Quali sono le caratteristiche del campione? Cosa li rende cosi speciali e attraenti? Cosa c’è dietro una prestazione stimolante nella visione?
A livelli professionistici, ogni atleta ha determinatati attributi fisici. L’altezza, la potenza muscolare, la struttura fisica non sono ciò che rendono un atleta, un campione.
Le parti integranti, basilari e fondamentali sono ciò che “brucia” nel cuore e nella testa dello sportivo. I campioni hanno un piano chiaro e ben fissato per raggiungere il proprio obiettivo, lontano o fattibile che sia. Essi sono lieti e favorevoli ai cambiamenti, traendo conclusioni positive/negative e prendendo spunti per migliorare. Le sfide sono alla base della crescita di un ragazzo, ogni campione prima di raggiungere una vittoria, un successo, ha subito molte sconfitte e fallimenti. Il prodotto mediatico che mostra la TV è solo la tappa finale di un lunghissimo ciclo. Prima di quell’appuntamento si percorre un processo di alti e bassi, gioie e dolori, periodo lungo e difficile per chiunque.
“I campioni producono prestazioni prevedibili in ambienti totalmente imprevedibili”
(Bob Bowman).
I campioni costruiscono il successo su una base giornaliera di emozioni, prove fisiche e sociali. Danno molta importanza alle vittorie personali da dove traggono forza e spunto.
Il periodo di allenamento è molto più importante del risultato, perché è ciò che noi controlliamo, ciò che fa parte della nostra abilità. Non bisogna preoccuparsi del prodotto finale ma di come stiamo costruendo la strada per raggiungerlo nel migliore dei modi.
Tutto ha inizio però da un sogno. Ogni campione ha un sogno e la passione per raggiungerlo, o per lo meno, lavorare per ottenerlo e affrontare ostacoli lungo il tragitto.
Bob Bowman, coach di M. Phelps, racconta di quando a due anni dalle Olimpiadi di Pechino, in una riunione tecnica si parlava degli obiettivi e si esaminava tutte le possibili conseguenze. Alla fine di tutto, M. Phelps, fissò il suo allenatore negli occhi e affermò di voler diventare il migliore di sempre…Nel momento di questa affermazione, Bowman spiega di come ha notato un fuoco che bruciava negli occhi del Campione e di come questa passione è stata trasmessa a lui.È questo quello che differenzia un atleta da un campione.
Da parte nostra, allenatori e genitori, dobbiamo lasciar campo libero al ragazzo e allo staff che lo segue. Il talento emergerà in modo autonomo e…se sono rose fioriranno!
“Se puoi vincere, devi farlo!”
Marco Pantani
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