Le caratteristiche del campione – di Leonardo Castellani

    Lo sport è una grande lezione, una continua e meravigliosa palestra di valori. Chi non lo pensa non è un vero atleta. (Alessandro Del Piero)

    phelpsQuali sono le caratteristiche del campione? Cosa li rende cosi speciali e attraenti? Cosa c’è dietro una prestazione stimolante nella visione?

    A livelli professionistici, ogni atleta ha determinatati attributi fisici. L’altezza, la potenza muscolare, la struttura fisica non sono ciò che rendono un atleta, un campione.

    Le parti integranti, basilari e fondamentali sono ciò che “brucia” nel cuore e nella testa dello sportivo. I campioni hanno un piano chiaro e ben fissato per raggiungere il proprio obiettivo, lontano o fattibile che sia. Essi sono lieti e favorevoli ai cambiamenti, traendo conclusioni positive/negative e prendendo spunti per migliorare. Le sfide sono alla base della crescita di un ragazzo, ogni campione prima di raggiungere una vittoria, un successo, ha subito molte sconfitte e fallimenti. Il prodotto mediatico che mostra la TV è solo la tappa finale di un lunghissimo ciclo. Prima di quell’appuntamento si percorre un processo di alti e bassi, gioie e dolori, periodo lungo e difficile per chiunque.

    “I campioni producono prestazioni prevedibili in ambienti totalmente imprevedibili”
    (Bob Bowman).

    I campioni costruiscono il successo su una base giornaliera di emozioni, prove fisiche e sociali. Danno molta importanza alle vittorie personali da dove traggono forza e spunto.

    Il periodo di allenamento è molto più importante del risultato, perché è ciò che noi controlliamo, ciò che fa parte della nostra abilità. Non bisogna preoccuparsi del prodotto finale ma di come stiamo costruendo la strada per raggiungerlo nel migliore dei modi.

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    Tutto ha inizio però da un sogno. Ogni campione ha un sogno e la passione per raggiungerlo, o per lo meno, lavorare per ottenerlo e affrontare ostacoli lungo il tragitto.

    Bob Bowman, coach di M. Phelps, racconta di quando a due anni dalle Olimpiadi di Pechino, in una riunione tecnica si parlava degli obiettivi e si esaminava tutte le possibili conseguenze. Alla fine di tutto, M. Phelps, fissò il suo allenatore negli occhi e affermò di voler diventare il migliore di sempre…Nel momento di questa affermazione, Bowman spiega di come ha notato un fuoco che bruciava negli occhi del Campione e di come questa passione è stata trasmessa a lui.È questo quello che differenzia un atleta da un campione.

    Da parte nostra, allenatori e genitori, dobbiamo lasciar campo libero al ragazzo e allo staff che lo segue. Il talento emergerà in modo autonomo e…se sono rose fioriranno!

    “Se puoi vincere, devi farlo!”
    Marco Pantani

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