Il concetto di sintesi nel nuoto (di Leonardo Castellani – Pesaro Nuoto Team)

    Introduzione:

    La piscina per molti bambini risulta nuova ai loro occhi e ostile, perciò è necessario renderla un luogo piacevole dove trascorrere del tempo e dove crescere.

    Un istruttore deve innanzitutto conoscere gli allievi e le loro paure, poiché lecite e normali, e nello stesso tempo intervenire positivamente per attenuarle. Questo sarà possibile attuando diversi tipi di approcci e rispettando i tempi, personalizzati ai singoli casi.

    E’ opportuno tenere presente l’importanza che riveste l’ oggetto transitorio, per i bambini della prima infanzia, poiché è il mezzo per attivare un atteggiamento più aperto nei confronti dell’acqua e esorcizzare la loro fragilità attuale. Successivamente sarà necessario conquistare la fiducia del bambino,con l’ausilio di un tono di voce confortante e mettendoci a sua totale disponibilità. Si potrà così consentire un adeguamento non forzato al nuovo ambiente.

    Riveste notevole importanza il contatto diretto, tonico con i bambini, non solo quando si trovano spaesati e impauriti, ma in tutte le situazioni, in modo tale da instaurare un contatto umano e ‘’materno’’ con loro. Infatti la figura dell’istruttore dovrà nello stesso tempo essere un amico di giochi e un adulto, pronto e capace ad affrontare i problemi che si possono incontrare, con estrema serietà e consapevolezza dei mezzi da utilizzare ed il fine da raggiungere, senza mai perdere di vista che i bambini sono sempre la priorità, quindi vengono prima di ogni soddisfazione personale.

    È necessario essere acuti nell’inquadrare la personalità di ogni componete, in modo tale da poter attuare il più adeguato approccio, per riuscire a entrare in sintonia con esso usando linguaggio semplice e chiaro; saper interpretare i messaggi che i bambini ci vogliono trasmettere poiché sono più razionali di come si possa pensare. E’ importante non incappare nell’errore di sottovalutare o sopravalutare i vari interessati, poiché molti dei presenti stanno affrontando la loro prima esperienza in piscina, che può spaventarli o addirittura, essendo inconsapevoli del pericolo, spingerli a azioni istintive che possono mettere a repentaglio la loro incolumità. Quindi è opportuno conoscere queste dinamiche ed intervenire prima che qualsiasi cosa di incontrollato possa accadere.

    L’accoglienza non solo dovrà essere adeguata alla tipologia delle persone che abbiamo davanti, ma anche alla tipologia di piscina che abbiamo a disposizione.

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    Per concetto di sintesi intendiamo la fase che si raggiunge dopo il superamento di altri punti precedenti come la familiarizzazione con l’acqua, la fase di galleggiamento, la respirazione e rilassamento, scoperta della profondità e delle prime forme di scivolamento o propulsività.

     

    In questa fase, il bambino, assemblerà tutti gli input appresi. L’obiettivo della sintesi è creare un “abbozzo di stile”, lasciando che IL BAMBINO DIVENTI ARTEFICE DELLE PROPRIE AZIONI E MOVIMENTI. L’allievo sarà in grado di effettuare dopo uno scivolamento prono, una prima propulsione, dovuta alla azione delle braccia o delle gambe oppure di entrambe cosi da sperimentare che il movimento eseguito, permette di avanzare.

    In questa fase, occorre lavorare non in maniera standardizzata. Bisogna organizzare il lavoro in base al livello degli allievi, all’età, alla presenza di casi particolari (portatori di handicap), al tempo a disposizione di una lezione e all’impianto natatorio in cui insegniamo.

    La piscina a disposizione ricopre un fattore fondamentale per l’organizzazione delle lezioni. È essenziale adattare il lavoro alle situazioni in cui ci troviamo come ad esempio una piscina da 50m o da 25 m, con 8 o 4 corsie, avere un vaschino annesso alla vasca principale ed avere degli aiutanti per svolgere al meglio il nostro compito.

    Bisogna sempre lasciare libero il bambino di fare i propri progressi, senza forzare i passi che possano farlo evolvere.

    La fascia di età compresa tra i 4 e i 6 anni consente, grazie alla elevata modificabilità ed adattabilità del sistema nervoso, la piena realizzazione del potenziale motorio dell’individuo.

    Si deve evitare con i più piccoli di ricercare esecuzioni tecniche troppo sofisticate che richiedono un elevato controllo motorio, privilegiando l’apprendimento delle nuotate nei loro aspetti basilari.

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    L’insegnamento ai bambini deve essere improntato ad ampliare al massimo il repertorio di esperienze motorie.

    Per questo gli esercizi di sintesi servono a creare una nuotata basilare, cercando di formare una immagine motoria il più completa possibile. La lezione si deve svolgere in un ambiente sereno e stimolante, dove l’aspetto ludico-ricreativo non viene mai trascurato e costituisce una molla per la giusta motivazione.

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    Prendiamo come esempio un gruppo bambini con età compresa tra i 5 e 8, in un impianto che predispone una vasca da 25m con 5 corsie disponibili.

    In questo caso, gli allievi provengono da una fase precedente di ambientamento e familiarizzazione con l’acqua. Dobbiamo dunque arrivare come obiettivo finale, ad una nuotata di base non tecnicamente perfetta.

    Bisogna inizialmente trasformare il galleggiamento da verticale a prono o supino, riuscire ad effettuare un scivolamento sul petto o sul dorso e avere una buona propulsione di gambe.

    Alla fase di scivolamento verranno poi aggiunti degli esercizi propedeutici per la bracciata, gambata o entrambi.

    Come fase finale l’allievo deve riuscire ad eseguire una nuotata assemblando scivolamento, bracciata e gambata.

    Esercizio per lo scivolamento:

    • Spinta dal muro eseguendo una fase di scivolo, cercando di arrivare ad un determinato oggetto (pallone) posto ad una distanza.

    Esercizi per la bracciata:

    • In posizione prona nuotare metà vasca con un braccio e l’altra metà con l’opposto accompagnato da una gambata costante. In questo esercizio bisogna porre attenzione sulla sensibilità della bracciata e respirazione in modo corretta.
    • Nuotare 5 bracciate con i pugni chiusi, 5 con i palmi aperti e 5 con le dita unite. In questo esercizio si sviluppa molto la sensibilità della bracciata dei bambini.

    Esercizi per la gambata:

    • Mani sul bordo, distesi proni, testa sotto l’acqua, far eseguire una gambata con delle variazioni di ritmo e intensità, permettendo all’allievo la sensibilizzazione della gambata. Occorre porre attenzione sul rilassamento del ragazzo e il corretto galleggiamento.

    Esercizi vari:

    • Tuffi dal bordo, chi se la sente dal blocco di partenza, centrando una ciambella o cerchio.
    • Scivolamento prono con battuta di gambe e immersione per raccogliere un oggetto subacqueo
    • Nuotata a stile libero ed eseguire capovolte in acqua ogni quanto l’allievo ritiene opportuno
    • Costruire un percorso con tubi, bilancieri: per un certo tratto nuotare a stile, girarsi ed andare a dorso per un altro tratto.

     

    Tutti gli esercizi proposti sono adatti per rafforzare i concetti appresi nei primi stadi. L’allievo deve essere partecipe e artefice degli esercizi, essendo anche libero di proporne altri nuovi.

    Nel gruppo occorre dare la stessa importanza a tutti gli elementi, aiutando quelli in difficoltà coinvolgendo in prima persona i compagni stessi.

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    • Obiettivi educativi: gli allievi devono avere sviluppato una discreta capacità di attenzione e acquisito un comportamento adeguato per essere inseriti in gruppi più evoluti, verranno infatti inviati in vasche nelle quali l’attività presenta anche fasi di apprendimento più analitiche e dettagliate. È importante che i bambini maturino un senso di appartenenza ad un gruppo, dove si sta bene insieme, in quanto questo è anche importante come motivazione per non abbandonare la piscina al primo scoglio che gli si pone davanti.
    • Obiettivi formativi: organizzazione del movimento, raggiungere una maggiore consapevolezza dell’utilizzo contemporaneo delle braccia e delle gambe in acqua, sfruttare la spinta delle gambe, acquisire il proprio ritmo. Sviluppo delle capacità di osservazione e di esplorazione del mondo circostante e di una corretta immagine motoria.
    • Obiettivi operativi: capacità di passare da un atteggiamento prono ad uno supino, capacità di unire più movimenti in un insieme che consenta uno spostamento.

    In conclusione, non tutti raggiungeranno lo stesso livello, ma saranno almeno in grado di avere un abbozzo di ogni stile!

     

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