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Domenico Fioravanti allarme COVID: Siamo al punto di non ritorno.
È all’ADKronos che sia Domenico Fioravanti che Lamberti lanciano l’ennesimo allarme COVID: Siamo al punto di non ritorno. Fioravanti, ex nuotatore Olimpico (ranista) è anche uno dei titolari di Akron, marchio molto nuoto tra i nuotatori.
Le dichiarazioni di Fioravanti
Dice Domenico: “Abbiamo pochi mesi di tempo per non vedere sparire pezzi di sport. Non credo che chi ha impianti […] possa resistere ancora. Manca poco al collasso totale, e anch’io che faccio costumi da nuoto sono in difficoltà, anche per noi il momento è duro”.
“Ovviamente tutto lo sport è in crisi, ma il nuoto in particolare è in ginocchio e i gestori sono alla canna del gas, siamo a un punto di non ritorno. Ma giusto o sbagliato, le regole contro il Covid vanno rispettate, e per forza di cose sopportate. Per lavoro sento tanti gestori, giustamente demotivati e inc…ti, ma per contrastare la pandemia servono misure drastiche. L’unica speranza sono i vaccini”.
Anche Lamberti
Anche Giorgio Lamberti, ex campione stileliberista, ripresosi da poco da una bruttissima forma di COVID-19 è dello stesso avviso: “Fermi per sei mesi continuativi e non sappiamo cosa accadrà a maggio ma la vedo male. Molti gestori di impianti sportivi falliranno, la situazione è drammatica“.
Avendo vissuto il virus sulla sua pelle parla con cognizione di causa: “Ora sto meglio ma faccio due passi e ho il fiatone. Ci metterò mesi a uscirne”. Poi rivolto alla nuova sottosegretaria allo sport Vezzali: “Siamo nell’attesa che diventi operativa, sappiamo che è arrivata in corsa in piena tempesta perfetta, ma conosce lo sport come poche persone: ci servono proposte funzionali e non elemosine”.
Anche Lamberti lavora nell’ambiente, è alla guida di una società che gestisce 4 piscine: “Un segno importante sarebbe ridarci dignità e far riconoscere all’Agenzia delle Entrate che l’attività caratteristica deve rientrare nel conteggio [Insomma] o arriva aiuto vero oppure è elemosina e non ci serve
“.Cos’è questa attività caratteristica di cui parla Lamberti?
L’attività caratteristica sono tutti quei ricavi che arrivano da iscrizioni e abbonamenti. Essendo questi l’80-90% dei ricavi di una società che conduce un impianto sportivo, ecco che qualora nel conteggio dei ristori l’Agenzia andasse a stralciarli, il tutto sarebbe ben poca cosa. Per questo Lamberti la definirebbe come “elemosina”.
Aggiunge Lamberti, che definisce umiliante la situazione: “Il mio primo ristoro è stato di 4.000, insignificante, bastava solo per i prodotti da toilette. Oggi sarebbe ancora più basso. Così ci si sente frustrati, smarriti e umiliati, ci viene negato un rimborso semplicemente negando la ragione stessa della nostra esistenza, quella di centri sportivi che da prima della culla con i corsi preparto alla vecchiaia e alla disabilità danno il beneficio dell’attività natatoria a oltre 5 milioni di italiani”.
E ancora, è “come se fossimo aziende che costruiscono oggetti. È assurdo. Qui, negli impianti sportivi, c’è l’origine della salute della persona“.
“Solo la mia struttura ha perso intorno al 60% e oltre: 6-700mila euro e parlo esclusivamente di spese vive perché la gestione è ferma. Ci sono gruppi che hanno perso milioni. Io gestisco appena quattro strutture, figurarsi quelli grandi che ne gestiscono fino a 40.
Non è un po’ patrimonio pubblico?
In effetti è un punto di vista condivisibile quello che dice: “Da fuori non si capisce bene che questi impianti sono come piccole fabbriche, hanno bisogno di cura e manutenzioni costanti, anche solo a partire dagli impianti per il riscaldamento dell’acqua. E le bollette continuano a correre, al momento noi abbiamo solo fatto da custodi di un patrimonio che in massima parte è in dotazione ai comuni dunque patrimonio pubblico“.
“Mi è ben presente che bisogna salvaguardare la salute. Ma dopo un anno vedere che il governo non ha ancora chiare delle reali necessità di certi mondi, come teatri o altri servizi alla persona, è umiliante. Non da oggi le piscine sono sanificate, e questo senza pensare che abbiamo cloro nell’acqua e antibatterici ovunque. Adesso avrei una certa fiducia in Draghi ma avverto la situazione come catastrofica. Per ripartire ed andare a regime, almeno chi resterà, ci metteremo due anni, e oggi siamo al palo”.
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