Dal lato degli sport individuali, gli atleti guardano alla linea d’arrivo, che sia nuoto, corsa, triathlon, tennis o che altro, e devono farcela da soli. Se sbagliano sta a loro cercare di recuperare e sistemare la situazione. Se tutto va come deve andare, che è quello che DI SOLITO succede con un atleta preparato in modo adeguato, allora egli raggiungerà un livello di successo commisurato al lavoro e all’impegno che ci ha messo dentro. L’atleta ben preparato non dovrà preoccuparsi se l’attaccante capirà o no il tale passaggio o se si mangerà il gol decidendo anche del futuro del suo collega di squadra.
E ancora a proposito del nuoto. Se io nuotavo male e il mio team vinceva, ero comunque felice? Felice per i miei amici, ma non certo per me. Alla fin fine avevo fallito e non avevo dato il mio contributo alla squadra. E se io vincevo e la squadra perdeva? Mi sentivo comunque sinceramente felice. Non che questo fosse un atto egoistico sia chiaro!
E’ soltanto la bellezza, a mio modo di vedere, degli sport individuali. Ci sono delle volte in cui sei “solo tu”. Nel nuoto c’è una specifica gara per cui si lavora: le Olimpiadi. Messa in maniera semplice, non ci sono punteggi di squadra alle Olimpiadi. E’ da qui che viene la mia prospettiva. E da qui viene la prospettiva di ogni nuotatore credo.
Negli sport individuali non ti puoi nascondere dietro i tuoi compagni di squadra e non puoi farci affidamento durante la competizione. Raccogli quel che hai seminato e se sei sufficientemente preparato, la maggior parte delle volte, riuscirai a raggiungere i tuoi obiettivi.
Alla luce di questo, credo che gli sport individuali facciano un gran bel lavoro nell’insegnare ai ragazzi la responsabilità delle conseguenze delle loro azioni e anche nell’insegnare la relazione diretta tra lavoro e ricompensa. Quelli che giocano sport di squadra e pensano come atleti di sport individuali sono di solito i giocatori migliori, e quando metti insieme un’intera squadra di atleti così… allora avrai un team che dominerà quello sport.
Alla fine, comunque, credo che non si possa giudicare la gioia e la soddisfazione per la vittoria. Una vittoria individuale o di squadra non è più o meno dolce dell’altra, così come sono amare le sconfitte. Semplicemente il mio CRITICABILE punto di vista è che ci siano maggiori possibilità di raggiungere il successo se non si dipende dagli altri.
Leggi la prima parte del post: Gli sport individuali – parte 1
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