Le serie di valutazione nel nuoto (test in vasca) sono una cosa buona ed affidabile? (di Allan Phillips)

    L’estate inoltrata è un sollievo per molte squadre con le gare ormai passate, gli atleti che si godono le vacanze prima del rientro. Quando allenatori e nuotatori ritornano al normale allenamento, tutti condividono l’obiettivo di ristabilire una base per l’autunno. I nuotatori spesso arrivano a questo punto (vuoi per le diverse gare e per diversi tempi di recupero) in diversi stati di forma fisica.

    Entrano in gioco le serie di valutazione nel nuoto

    Uno strumento comune per orientarsi in questa fase sono i “test set.”  Esempi di serie di valutazione per nuotatori vanno dalle brevi ripetute con ripartenze prestabilite a tempi sulle lunghe distanze (3000m e oltre).

    Le gare non sono sempre sufficienti – due nuotatori possono nuotare tempi identici ma avere profili fisici diversi… uno può essere più veloce e l’altro avere una maggiore resistenza. Queste variabili sono bersagli mobili e quindi le serie di valutazione possono aiutare l’allenatore a ricalibrare gli allenamenti mentre la stagione va avanti.

    Benefici sia fisici che psicologici

    Si pensa che i test set abbiano molti benefici sia fisici che psicologici. Sia per l’allenatore che per il nuotatore un  test set fornisce dati e resoconti obiettivi sui progressi. Quando utilizzati assieme al conteggio e frequenza di bracciata è possibile misurare la forma fisica del nuotatore grazie a queste serie di riferimento (anche il test del lattato è comunemente associato a questi test set, ma siccome molte squadre non lo hanno disponibile non approfondiremo questo aspetto per adesso). Psicologicamente i test set possono fornire motivazione tra le gare e fungere da rinforzo ai miglioramenti durante la stagione, in particolare quando è complicato, tra allenamenti piuttosto duri, realizzare tempi difficili per alcune gare.

    Ma potrebbero esserci lati negativi nelle classiche serie di test.  In realtà ogni serie è un test anche se non mette alla prova il 100% del massimo sforzo.  I classici test possono interrompere il flusso del normale allenamento solo per ottenere informazioni che potrebbero essere accessibili attraverso l’osservazione quotidiana e i normali allenamenti. C’è anche il rischio che gli atleti possano perdere fiducia con una serie di valutazione mal architettata anche se è chiaro che il risultato di questa non riflette i progressi dell’atleta. Vale la pena quando si considera che queste valutazioni non riflettono le attuali necessità di gara? Come scriveva il Dr. Rushall (1994):

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    “Molti programmi di allenamento odierni sono affiancati sempre più spesso da allenamenti “circensi”, attività che hanno risultati da zero a controproducenti per le prestazioni in competizione. Un esempio di quelli che chiamo allenamenti circensi sono far eseguire all’atleta dei “test sets” che non hanno alcuna relazione con le effettive performance in competizione…  Queste attività di dubbia utilità, che si stanno facendo sempre più strada nei moderni programmi di allenamento, interferiscono tutte con un allenamento costante e sottraggono tempo ad attività più rilevanti.”

    Swim test e sovrallenamento

    Un argomento a favore degli swim test è che essi preverrebbero l’overtraining (sovrallenamento).  Se i nuotatori sapessero di venir sottoposti a una valutazione in data specifica e alle gare potrebbero essere portati a “lasciare qualcosa nel serbatoio”piuttosto che trattare ogni sessione di allenamento come una gara.  In un recente articolo pubblicato da USA Swimming, il nuotatore e triatleta Andy Potts scrive (2013), “È difficile resistere alla tentazione di riposare per un test di valutazione in vasca così da ottenere i migliori risultati. Questo ovviamente tende a falsare i risultati perché invece di trattare la serie test come una qualsiasi altra serie di allenamento la si approccia con maggiore energia e il risultato è più quello di gara che quello di un allenamento quotidiano. Uno svantaggio di essere sottoposto a valutazione quotidiana è che non riesci a recuperare dopo ogni sessione. Il tuo programma generale di allenamento ne soffrirà.”

    Conclusioni

    Come i molti strumenti a disposizione di atleti e allenatori, la magia sta nel modo in cui questi vengono utilizzati (in sostanza nell”arte di allenare”). Che tu li chiami in un modo o nell’altro avrai sicuramente un sistema per valutare la forma dei tuoi atleti. La chiave è capire cosa si adatta meglio alla tua situazione e riconoscere che ogni gruppo di atleti  prospererà in ambienti e situazioni differenti.

     

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