La storia del nuoto – come tutto è “iniziato”?

    storia nuoto

    Dipinti delle caverne del nuotatore nei pressi di Wadi Sora (o Sura) nell’Egitto sud-occidentale

    Come il saltare il camminare e il correre, anche il nuoto deve avere origini antichissime, costituendo una delle attività spontanee dell’uomo primitivo. La costrizione ad adattarsi all’ambiente di vita per procurarsi mezzi di sussistenza o per sfuggire alle insidie hanno sicuramente portato l’uomo a cercare di muoversi anche nell’acqua, dove sicuramente egli si trovava a dover lottare o a doverla superare.

    Le prime testimonianze lo datano all’Età della Pietra e consistono nei cosiddetti dipinti delle caverne del nuotatore nei pressi di Wadi Sora (o Sura) nell’Egitto sud-occidentale. Sulle pareti di questi anfratti sono raffigurati alcuni uomini preistorici che sembrano muoversi attraverso l’acqua in alcune posizioni che ricordano il Trudgeon (Nel 1873 John Arthur Trudgen introdusse il crawl in Inghilterra. Trudgen imparò questo stile dai nativi americani durante un suo viaggio in Sud America – la data esatta comunque non è certa e potrebbe essere più onestamente collocata tra il 1870 e il 1890 – questo stile fu appunto chiamato Trudgen o Trudgeon).

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    Nuotano o…

    Nel 2002 il torinese Massimo Foggini scopre una seconda caverna dalle caratteristiche simili a quelle di Wadi Sura, dove si vedono di nuovo raffigurate figure umane che nuotano. In realtà ci vuole una bella fantasia per associare un qualsiasi stile alle figurine rappresentate.

    Anche nel famoso bassorilievo di Ninive nel deserto del Kebir (dovrebbe risalire circa al 1000 A.C.) osservatori del diciannovesimo secolo pensavano che il bassorilievo mostrasse soldati impegnati in una specie di Trudgeon, mentre osservatori del ventesimo secolo spesso conlusero che si trattasse di Crawl (della differenza tra Crawl e Trudgeon vi parleremo nella puntata sul nuoto del XIX secolo)!

    storia nuoto

    Bassorilievo con nuotatori

    Probabilmente a queste figure, rappresentate in una posizione ambigua a causa della bidimensionalità del mezzo, viene forzatamente attribuito uno stile, e direi anche con un operazione che poco ha di obiettività e scientificità (sarebbe come dire che siccome gli egiziani si raffiguravano di profilo allora dovremmo dedurre che camminassero di profilo anche nella vita di tutti i giorni).

    Si parla di nuoto in testi datati 2000 A.C. Alcuni dei più antichi includono il Gilgamesh, L’Iliade, L’Odissea, la Bibbia (Ezechiele 47:5 – “un fiume che non poteva attraversare, perché le acque erano cresciute, erano acque nelle quali bisognava nuotare”, Atti degli Apostoli 27:42 – “Or il parere de’ soldati era d’uccidere i prigionieri, perché nessuno fuggisse a nuoto”, Isaia 25:11 – “Di mezzo al letamaio egli stenderà le mani come le stende il nuotatore per nuotare”), Beowulf, e altre saghe.

    Il palazzo indiano di Mohenjo Daro del 2800 A.C. ha al suo interno una piscina di trenta metri per sessanta.

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    Il palazzo indiano di Mohenjo Daro del 2800 A.C. ha al suo interno una piscina di trenta metri per sessanta.

    Si pensa che questa vasca fosse stata la culla di nascita di una forma di nuoto sincronizzato che aveva funzioni religiose (Cottrell 1960)

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    L’associazione del nuoto alle pratiche religiose è tutt’altro che bizzarra se si pensa che agli antichi persiani era vietato nuotare proprio per motivi religiosi e anche il modo in cui i greci vivevano il rapporto con il nuoto e con l’acqua era legato a filo doppio alla dimensione sacra. Tornando a Mohenjo Daro, le ampie vasche in molte stanze del palazzo fanno pensare che anche in quella cultura il ruolo dell’acqua non fosse da relegare solo all’aspetto dell’igiene.

    Si ritiene che gli egiziani nuotassero per piacere. Geroglifici, risalenti al 2500A.C. circa, mostrano egiziani che nuotano, e anche in questo caso si è cercato, con risultati pari a quelli del bassorilievo di Ninive, di attribuire uno stile moderno alla rappresentazione della nuotata. Senza tenere conto che, sopratutto nell’arte il concetto di realismo della rappresentazione è qualcosa di piuttosto elastico e niente affatto scontato. In diverse iscrizioni biografiche comunque sono menzionate lezioni di nuoto impartite a nobili o figli di nobili del Medio Regno (tra il 1987 a.C. ed il 1780 a.C).
    In un papiro si vedono degli egiziani che nuotano con delle otri appoggiate alla bocca e che ricordano sia il bassorilievo succitato di Ninive che gli URINATORES romani.

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    egiziani che nuotano con delle otri appoggiate alla bocca

    Altre raffigurazioni di nuotatori si trovano nel complesso Tepantitla a Teotihuacan e in mosaici a Pompei.
    Dipinti etruschi a Tarquinia raffigurano nuotatori e sono databili al 600 a.C. circa. C’è da dire però cha in molti casi leraffigurazioni di questi nuotatori sono simboliche. Alla Tomba del nuotatore ad esempio l’uomo che si tuffa appare essere di giovane età.

    Ma la scena non è una rappresentazione agonistica, la tomba non è quella di un campione di nuoto. Il giovane che si tuffa rappresenta la metafora del passaggio tra la vita e la morte. Per gli antichi, infatti, per raggiungere l’Aldilà era necessario attraversare un fiume od una palude.

    Questa interpretazione è avvalorata dalle immagini circostanti che raffigurano un simposio. L’accostamento tra simposio etuffo in una vita ultraterrena, probabilmente, fa riferimento alle dottrine salvifiche del tempo, secondo le quali l’immergersi nell’acqua che purifica dopo la morte, conduce a forme di conoscenza (simposio) più complesse e complete di quelle accessibili da vivi. In sostanza: del nuoto dei tempi pre-ellenici, inteso come attività agonistica, di cultura fisico-sportiva o di svago non si sa praticamente nulla.

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    Nuotatori raffigurati nel complesso Tepantitla a Teotihuacan

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